Funerale a Santa Lucia, il Vicariato: «Strumentalizzazione grave»

Ferma condanna della diocesi per quanto avvenuto il 10 gennaio davanti alla chiesa, dopo un rito di esequie. Il parroco don Zenobbi: «Profonda tristezza»

Prima il rito di esequie, alle 14.30. Poi all’esterno della chiesa un gruppo di persone che ricopre la bara appena benedetta con una bandiera con la svastica nazista, intonando grida e compiendo gesti come il saluto romano, difficilmente equivocabili. Quanto avvenuto ieri, 10 gennaio, non tanto nella parrocchia di Santa Lucia, nei pressi di piazzale Clodio, quanto al suo esterno ha sollevato una valanga di commenti, discussioni e accuse che da ieri pomeriggio rimbalzano via social e non solo. Da parte sua, il Vicariato di Roma, in una nota diffusa questa mattina, 11 gennaio, «deplora con fermezza quanto accaduto davanti alla parrocchia di Santa Lucia, alla totale insaputa del parroco don Alessandro Zenobbi e di tutto il clero parrocchiale», al termine della celebrazione del funerale, portata a termine «senza alcun segno o manifestazione che facesse presagire ciò che è accaduto subito dopo». E a proposito della bandiera con la svastica nazista, la definisce senza mezzi termini «simbolo orrendo inconciliabile con il cristianesimo. La strumentalizzazione ideologica e violenta, ancor più quella che segue un atto di culto e in prossimità di un luogo sacro – si legge ancora nella nota -, per la comunità ecclesiale di Roma e per tutti gli uomini di buona volontà della nostra città rimane grave, offensiva e inaccettabile».

La presa di distanza da parte della parrocchia era arrivata già nel pomeriggio di ieri, confermata poi dal Vicariato. Nelle parole del parroco, «quanto si è verificato all’esterno della chiesa è avvenuto senza nessuna autorizzazione né del parroco né del sacerdote celebrante, entrambi all’oscuro di quanto stava per accadere. A tale proposito – aggiunge – intendiamo esprimere la nostra profonda tristezza, delusione e disappunto per quanto si è verificato, prendendo le distanze da ogni parola, gesto e simbolo utilizzati all’esterno della chiesa, riconducibili a ideologie estremiste lontane dal messaggio del Vangelo di Cristo». La diocesi di Roma, rivendicano ancora dal Vicariato, nelle sue tante componenti ecclesiali «lavora da tempo con dedizione per formare, educare e così disattivare ogni meccanismo di odio, di contrapposizione, di tentazione violenta ideologica e discriminatoria. Assicuriamo l’impegno della nostra comunità cristiana nella preghiera per l’anima della defunta e nella vicinanza ai suoi familiari, che vivono il dolore del distacco terreno», è la conclusione della nota.

11 gennaio 2022