Fridays for future: «Non chiamatelo maltempo»

Per la sezione italiana del movimento, eventi come quelli degli ultimi giorni sono segno di «emergenza climatica». Il 29 novembre il 4° sciopero globale

#Nonchiamatelomaltempo: è l’hashtag lanciato dalla sezione italiana dell’organizzazione ambientalista mondiale Fridays for future di fronte al Paese colpito da giorni da un’ondata straordinaria di fenomeni atmosferici. «Venezia, Matera, Gallipoli, Firenze, Bolzano sono solo alcune delle numerosissime città flagellate da quello che la maggior parte dei media si ostina a chiamare genericamente “maltempo”. Ma attribuire una serie di eventi di questa intensità e frequenza alla casualità, ai capricci del meteo – continua Fff Italia – significa tacere che la causa a monte è invece chiara e definita». E la causa, per il giovane movimento ambientalista, si chiama «crisi climatica».

Ecco quindi, in sintesi estrema, la spiegazione di quel che sta avvenendo: «L’anidride carbonica in atmosfera aumenta, la temperatura media globale sale, il livello del mare si alza e la frequenza di fenomeni atmosferici estremi cresce esponenzialmente. Le maree sono una costante, certo, ma se negli ultimi vent’anni l’acqua alta a Venezia ha superato i 140 centimetri più di 10 volte, ovvero più spesso di quanto non sia successo nei 128 anni precedenti, non riconoscervi un clima alterato è un omissis nel racconto della verità», afferma l’associazione.

Gravi i danni prodotti da questa crisi, anche in Italia: «Maggiore insicurezza, perdita di patrimonio culturale, fiumi di denaro richieste della riparazioni. Solo a Venezia il sindaco stima il danno in almeno un miliardo di euro. Il rifiuto delle istituzioni di stanziare quanto occorre per la profonda riconversione ecologica, trasformazione che si rivela ogni settimana più urgente, comporterà così un accumulo di costi che peserà sempre più sul presente, e sul nostro futuro. Il prezzo dell’indifferenza sta diventando troppo alto – afferma l’organizzazione -. Chiediamo a tutti di fare la propria parte per invertire questa rotta».

L’appello è rivolto a tre destinatari: ai media, innanzitutto, perché dicano la verità: «Parlate della crisi climatica per quello che è: non chiamatelo “maltempo”. Affrontate il tema del clima con la stessa cura e lo stesso impegno del Guardian, adottando una nuova chiarezza editoriale con termini, immagini e articoli incisivi, al passo con questa emergenza». Poi al governo, perché metta in atto «piani concreti per la necessaria decarbonizzazione. È ora di una strategia urgente per eliminare i combustibili fossili – ricorda Fff Italia -. È ora che il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) sia messo in linea con gli Accordi di Parigi. È giunta l’ora di riconoscere quella che ormai è una vera e propria emergenza climatica. Non c’è più tempo per misure di facciata, come il recente “Decreto Clima” – aggiunge l’associazione -. È ora di agire di conseguenza, per il futuro di tutti noi». A tutta la cittadinanza, infine, l’organizzazione lancia l’invito in piazza, per il prossimo 29 novembre: «Informatevi. Mobilitatevi. E votate! Raggiungeteci venerdì 29 novembre, giorno del quarto Sciopero globale per il futuro, in tutte le piazze italiane e del mondo!».

19 novembre 2019