«Non restare indifferenti». All’indomani della morte, in una sola giornata, di due senza dimora, a Roma e a Milano, anche dalla Comunità di Sant’Egidio si rinnova l’appello a non voltarsi dall’altra parte «nel tentativo di evitare che l’ondata di freddo prevista – e il clima rigido che ci attende fino alla fine dell’inverno – provochi nuove vittime. Ognuno può intervenire, aiutando in diversi modi». L’invito è a «portare coperte, cappelli di lana, sacchi a pelo e altri generi di conforto utili ad affrontare il gelo notturno o anche per aggiungersi ai volontari che già effettuano le loro visite itineranti ai senza dimora».

Nella Capitale è possibile farlo da oggi, 3 gennaio, ogni sera, dalle 19 alle 20, recandosi in via Dandolo 10, mentre sul sito della Comunità di Sant’Egidio saranno comunicate a breve ulteriori informazioni riguardanti anche altre città italiane. «Si tratta di un gesto che non solo aiuta a salvare chi è in pericolo ma contribuisce a umanizzare le nostre città – si legge in una nota diffusa dalla Comunità -. Ciò non toglie l’obbligo per le istituzioni di salvaguardare la vita dei cittadini più deboli, i senza dimora, calcolati in poco più di 50mila in Italia», prosegue la nota. In tante città, prosegue la riflessione proposta da Sant’Egidio, «si può e si deve fare di più allargando, soprattutto in questi giorni, l’ospitalità notturna che, solo per fare un esempio, a Roma si limita a soli 335 posti in più per la stagione invernale rispetto ai 2.500 già disponibili (di cui 1.500 circa offerti dalle associazioni) mentre sono quasi 8mila le persone che nella Capitale dormono all’aperto o in sistemazioni precarie».

3 gennaio 2019