Francesco: «Preghiamo insieme come fratelli»

Nella Messa del mattino, il Papa si è unito alla giornata di preghiera e digiuno indetta dall’Alto Comitato per la Fratellanza umana. «Dio fermi tutte le pandemie»

In diretta streaming dalla cappella di Casa Santa Marta questa mattina, 14 maggio, la Messa presieduta da Papa Francesco, offerta per quanti soffrono a causa del coronavirus. «L’Alto Comitato per la Fratellanza umana oggi ha indetto una giornata di preghiera e digiuno, per chiedere a Dio misericordia e pietà in questo momento tragico della pandemia – ha ricordato il pontefice -. Tutti siamo fratelli. San Francesco di Assisi diceva: “Tutti fratelli”. E per questo, uomini e donne di ogni confessione religiosa, oggi, ci uniamo nella preghiera e nella penitenza, per chiedere la grazia della guarigione da questa pandemia».

Commentando nell’omelia l’episodio della conversione della città di Ninive, salvata da «una pandemia morale», oggi, ha detto il Papa, «tutti noi, fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa, preghiamo. Ognuno di noi prega, le comunità pregano, le confessioni religiose pregano: pregano Dio, tutti fratelli, uniti nella fratellanza che ci accomuna in questo momento di dolore e di tragedia. Noi non aspettavamo questa pandemia, è venuta senza che noi l’aspettassimo ma adesso c’è – ha proseguito Francesco -. E tanta gente muore. E tanta gente muore da sola e tanta gente muore senza poter fare nulla». E a chi si consola al pensiero di essersi salvato, il Papa rivolge un monito: «Pensa agli altri! Pensa alla tragedia e anche alle conseguenze economiche, le conseguenze sull’educazione e a quello che avverrà dopo. E per questo oggi, tutti, fratelli e sorelle, di qualsiasi confessione religiosa, preghiamo Dio».

Nelle parole di Francesco, anche la replica a quanti possono intravedere nell’iniziativa dell’Alto Comitato una forma di relativismo religioso. «Forse – ha osservato Francesco – ci sarà qualcuno che dirà: “Ma questo è relativismo religioso e non si può fare”. Ma come non si può fare, pregare il Padre di tutti? Ognuno prega come sa, come può. Noi non stiamo pregando l’uno contro l’altro, questa tradizione religiosa contro questa, no! Siamo uniti tutti come esseri umani, come fratelli, pregando Dio, secondo la propria cultura, secondo la propria tradizione, secondo le proprie credenze, ma fratelli e pregando Dio, questo è l’importante: fratelli, facendo digiuno, chiedendo perdono a Dio per i nostri peccati, perché il Signore abbia misericordia di noi, perché il Signore ci perdoni, perché il Signore fermi questa pandemia. Oggi  – ha continuato – è un giorno di fratellanza, guardando l’unico Padre, fratelli e paternità. Giorno di preghiera».

Questa pandemia «è venuta come un diluvio, è venuta in un colpo – l’analisi di Francesco -. Adesso ci stiamo svegliando un po’. Ma ci sono tante altre pandemie che fanno morire la gente e noi non ce ne accorgiamo, guardiamo da un’altra parte. Siamo un po’ incoscienti davanti alle tragedie che in questo momento accadono nel mondo». La fame, anzitutto. Nei primi quattro mesi di quest’anno, ha ricordato il pontefice, 3 milioni e 700mila persone sono morte di fame. «Questa preghiera di oggi per chiedere che il Signore fermi questa pandemia ci deve far pensare alle altre pandemie del mondo – l’esortazione -. Ce ne sono tante! La pandemia delle guerre, della fame e tante altre. Ma l’importante è che, oggi, insieme e grazie al coraggio che ha avuto questo Alto Comitato per la Fratellanza umana, insieme siamo stati invitati a pregare ognuno secondo la propria tradizione e a fare una giornata di penitenza di digiuno e anche di carità, di aiuto agli altri».

La preghiera di Francesco è che «Dio fermi questa tragedia, fermi questa pandemia. Dio abbia pietà di noi e fermi anche le altre pandemie tanto brutte: quella della fame, quella della guerra, quella dei bambini senza educazione. E questo lo chiediamo come fratelli, tutti insieme. Che Dio benedica tutti noi e abbia pietà di noi».

14 maggio 2020