Francesco: «Nella Passione di Cristo, quella dei tanti “Cristi abbandonati”»

Sul sagrato della basilica di San Pietro, la Messa nella Domenica delle Palme, all’indomani delle dimissioni dal Gemelli. Il Papa: «Anch’io ho bisogno che Gesù mi accarezzi e si avvicini a me, per questo vado a trovarlo negli abbandonati, nei soli»

Nel grido di Gesù crocifisso – «Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?» – ci sono le sofferenze del corpo, dell’anima e dello spirito da lui vissute durante la Passione e oggi provate dai tanti «“Cristi abbandonati”» nelle nostre città. Nella Domenica delle Palme Papa Francesco pensa agli ultimi, agli scartati che rappresentano le «icone viventi di Cristo». Ricorda i tanti che «hanno bisogno della nostra vicinanza» e confessa: «Anch’io ho bisogno che Gesù mi accarezzi e si avvicini a me, per questo vado a trovarlo negli abbandonati, nei soli». All’indomani delle dimissioni dal Policlinico Gemelli, dove è stato ricoverato tre giorni per una bronchite su base infettiva, il vescovo di Roma ha presieduto in piazza San Pietro la liturgia che apre i riti della Settimana Santa, e ha ringraziato i 60mila fedeli presenti «per la partecipazione e per le preghiere» intensificate nei giorni scorsi.

La celebrazione è iniziata ai piedi dell’obelisco con la proclamazione del Vangelo di Matteo, l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme e con la benedizione dei ramoscelli di ulivo innalzati dai fedeli, donati per l’occasione dai comuni umbri dell’Associazione nazionale città dell’olio. Il Papa ha quindi raggiunto l’altare sul sagrato della basilica con la papamobile, preceduto da una lunga processione con 40 cardinali e 30 vescovi, con in mano i palmureli provenienti da Sanremo, e 400 persone tra laici e religiosi che portavano ciascuno un ramo di palma.

Nell’omelia, Bergoglio si è soffermato sul grido di Gesù in Croce che prima di morire prova un grande senso di solitudine e di abbandono da parte del Padre. Cristo era annichilito nell’anima «per noi – ha spiegato il Papa -. Questo non è uno spettacolo. Ha provato l’abbandono per non lasciarci ostaggi della desolazione e stare al nostro fianco per sempre». Gesù ha vissuto questa lacerante “sofferenza dell’anima” perché quando ognuno di noi si trova «con le spalle al muro, perso in un vicolo cieco, sprofondato nell’abisso dell’abbandono, risucchiato nel vortice dei tanti “perché” senza risposta» comprenda che c’è sempre «una speranza». Francesco rimarca che Gesù è presente nei momenti di maggiore sofferenza e desolazione ed è accanto a tutti coloro che sono «abbandonati fino alla morte».

Interrompendo la lettura dell’omelia, il pensiero del Papa è andato a «quell’uomo cosiddetto “di strada”, tedesco, che morì sotto il colonnato, solo, abbandonato». Ha quindi elencato i tanti «Cristi abbandonati» nella società. «Ci sono popoli interi sfruttati e lasciati a sé stessi – ha detto -, ci sono poveri che vivono agli incroci delle nostre strade e di cui non abbiamo il coraggio di incrociare lo sguardo; ci sono migranti che non sono più volti ma numeri; ci sono detenuti rifiutati, persone catalogate come problema. Ma ci sono anche tanti Cristi abbandonati invisibili, nascosti, che vengono scartati coi guanti bianchi: bambini non nati, anziani lasciati soli – può essere tuo papà, tua mamma forse, il nonno, la nonna, abbandonati negli istituti geriatrici -, ammalati non visitati, disabili ignorati, giovani che sentono un grande vuoto dentro senza che alcuno ascolti davvero il loro grido di dolore. E non trovano altra strada se non il suicidio. Gli abbandonati di oggi. I Cristi di oggi». Da qui l’esortazione del Papa a chiedere «la grazia di saper vedere, di saper riconoscere il Signore che ancora grida» attraverso gli scartati di oggi. «Non permettiamo che la sua voce si perda nel silenzio assordante dell’indifferenza» ha concluso il pontefice.

Al termine della liturgia, che ha visto celebrante all’altare il cardinale Leonardo Sandri, vice decano del Collegio cardinalizio, il Papa ha percorso la piazza e un tratto di via della Conciliazione con la papamobile salutando i fedeli giunti in piazza al mattino presto. Già alle 7.30, infatti, ai varchi c’erano file di persone e, in attesa del proprio turno, la parola che più risuonava tra loro era «gioia». Rosanna, proveniente da Perugia e in vacanza a Roma con la famiglia, da settimane aveva programmato la partecipazione alla Messa della Domenica delle Palme a San Pietro. «Quando mercoledì sera abbiamo saputo del ricovero del Papa – dice – oltre all’ovvia preoccupazione per lui abbiamo provato enorme dispiacere pensando che non avrebbe potuto essere presente alla Messa. Sabato mattina, quando è stato dimesso e ha confermato la sua presenza, siamo esplosi di gioia». Le fa eco Elena, da Bologna. Era al Colosseo con il figlio Riccardo quando ha letto la notizia del Papa che lasciava il Gemelli. «Ci siamo abbracciati per la felicità – racconta -. Non riesco ad esprimere a parole la gioia che provo nell’essere qui».

3 aprile 2023