Francesco: l’intelligenza artificiale, via per la pace

Presentato il testo del Papa per la 57ª Giornata mondiale della pace, il 1° gennaio 2024. Dall’IA, «sfide tecniche ma anche antropologiche, educative, sociali e politiche». Il rischio del “paradigma tecnocratico”

«L’intelligenza è espressione della dignità donataci dal Creatore, che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza e ci ha messo in grado di rispondere al suo amore attraverso la libertà e la conoscenza. La scienza e la tecnologia manifestano in modo particolare tale qualità fondamentalmente relazionale dell’intelligenza umana: sono prodotti straordinari del suo potenziale creativo». Inizia così il messaggio di Papa Francesco per la 57ª Giornata mondiale della pace, che si celebra il 1° gennaio 2024 sul tema “Intelligenza artificiale e pace“. Il messaggio è stato presentato questa mattina, 14 dicembre, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il cardinale Michael Czerny, prefetto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale; il domenicano Riccardo Lufrani, professore di Teologia delle tecno scienze e di Teologia morale alla Lumsa; la professoressa Barbara Caputo, ordinaria al Politecnico di Torino, co-fondatrice e presidentessa di Focoos.ai; il professor Mathieu Guillermin, dell’Università Cattolica di Lione e coordinatore del progetto internazionale “New Humanism at the time of Neuroscience and Artificial Intelligence”.

«Papa Francesco scorge nel progresso dell’intelligenza artificiale un «segno dei tempi»: un tratto distintivo del presente, in continuo cambiamento e che lascia presagire maggiori trasformazioni in futuro», ha spiegato Czerny. L’intelligenza artificiale solleva enormi quesiti sul piano etico e sociale, sul suo uso corretto. Il Papa esorta tutti a riflettere sulle implicazioni dell’IA e sulle possibili ricadute negative delle tecnologie. «Le intelligenze artificiali esercitano già una grande influenza e continueranno a farlo. Non possiamo prevedere, e difficilmente immaginare, le nuove applicazioni e il loro impatto sulla vita personale e sociale, nella politica e nell’economia, nella cultura e sull’ambiente – ha rilevato il cardinale -. Dal momento che non sappiamo dove l’intelligenza artificiale condurrà la famiglia umana, tutti hanno bisogno di essere meglio informati sugli sviluppi man mano che si verificano per esprimere pareri e assumersi responsabilità. Il Santo Padre prende atto positivamente del contributo dato all’umanità dal progresso scientifico e tecnologico. Queste conquiste si sono dimostrate preziose al servizio delle persone, della loro dignità e dei loro diritti. Al contempo, non dovremmo paragonare il progresso tecno-scientifico a uno strumento “neutrale”».

Quali sono i rischi? «Papa Francesco denuncia il “paradigma tecnocratico”, un uso spregiudicato della tecnologia, esclusivamente governato dalla brama di profitto e da interessi di parte. Se è il paradigma tecnocratico l’unica regola che governa l’intelligenza artificiale, questo finirà per causare danni collaterali inauditi: disuguaglianze, ingiustizie, tensioni, conflitti». Pertanto, «le sfide che pone l’intelligenza artificiale sono tecniche, ma anche antropologiche, educative, sociali e politiche», ha spiegato il prefetto. In particolare, sono stati evidenziati i pericoli legati all’uso «delle intelligenze artificiali ai fini della guerra. Oltre ad essere sempre più sofisticate e distruttive, queste tolgono la responsabilità umana dalla scena della battaglia. In definitiva, nessuno preme il grilletto o fa cadere la bomba, solo un algoritmo». Ma l’intelligenza artificiale «può anche minacciare la giustizia sociale. Nel mondo del lavoro, ad esempio, le “macchine della conoscenza” e la robotica stanno eliminando sempre più posti di lavoro, con un forte aumento della povertà. Per quanto riguarda l’informazione, ci sono nuovi modi per distorcere deliberatamente le parole e le immagini, per disinformare e manipolare, e questi seriamente mettono in pericolo l’ordine civile e il governo democratico».

Come rispondere a queste sfide? L’educazione, sottolinea il Papa, è fondamentale sia per formare coloro che progettano gli algoritmi e le tecnologie digitali che per tutti, soprattutto i giovani. Un’educazione finalizzata «a usare le nuove tecnologie in modo consapevole e al pensiero critico rispetto al loro impatto, soprattutto sui poveri e sull’ambiente. La supervisione e la regolamentazione delle nuove tecnologie sono necessarie in tutte le fasi, dalla concezione alla commercializzazione, fino all’uso effettivo. Abbiamo solo noi stessi (l’umanità) da incolpare per eventuali risultati distruttivi e ripercussioni sfavorevoli», ha ricordato Czerny. Ma ha sottolineato anche la necessità di «normative efficaci all’interno degli Stati, nonché accordi multilaterali e trattati vincolanti».

Nel suo intervento, Caputo ha sottolineato come il Papa ricordi che «l’IA è fatta dagli uomini per gli uomini e deve tornare a essere di tutti per essere strumento di pace. Se l’intelligenza artificiale fosse utilizzata per promuovere lo sviluppo umano integrale – afferma infatti il Papa nel Messaggio – potrebbe introdurre importanti innovazioni nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura, un miglioramento del livello di vita di intere nazioni e popoli, la crescita della fraternità umana e dell’amicizia sociale. In definitiva, il modo in cui la utilizziamo per includere gli ultimi, cioè i fratelli e le sorelle più deboli e bisognosi, è la misura rivelatrice della nostra umanità». Ed è la prospettiva di speranza che pervade il Messaggio, insieme all’urgenza di affrontare le questioni legate all’intelligenza artificiale per evitarne un uso distorto. «Spero – conclude il Papa – che questa riflessione incoraggi a far sì che i progressi nello sviluppo di forme di intelligenza artificiale servano, in ultima analisi, la causa della fraternità umana e della pace. Non è responsabilità di pochi, ma dell’intera famiglia umana. La mia preghiera all’inizio del nuovo anno è che il rapido sviluppo di forme di intelligenza artificiale non accresca le troppe disuguaglianze e ingiustizie già presenti nel mondo, ma contribuisca a porre fine a guerre e conflitti, e ad alleviare molte forme di sofferenza che affliggono la famiglia umana».

14 dicembre 2023