Francesco: «L’Eucaristia, pane spezzato, ci chiede di “spezzarci” per gli altri»

Nella solennità del Corpus Domini, il Papa ha indicato come modello «Gesù che si dona come cibo spirituale». La processione eucaristica con il cardinale Vallini

Celebrando la solennità del Corpus Domini, il Papa ha indicato come modello «Gesù che si dona come cibo spirituale». La processione eucaristica con il cardinale Vallini

«Gesù si è spezzato, si spezza per noi. E ci chiede di darci, di spezzarci per gli altri». Per ricordare l’importanza del dono di sé, Francesco ha usato l’immagine della frazione del pane, «diventata l’icona, il segno di riconoscimento di Cristo e dei cristiani». Durante l’omelia della Messa, celebrata ieri, giovedì 26 maggio, sul sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano nella solennità del Corpus Domini, il Papa ha rivolto il suo pensiero a chi si è donato per gli altri: «I santi e le sante, famosi o anonimi, che hanno “spezzato” sé stessi, la propria vita, per “dare da mangiare” ai fratelli»; le mamme e i papà che «hanno spezzato il loro cuore per far crescere i figli»; i cristiani che, «come cittadini responsabili», hanno «spezzato la propria vita per difendere la dignità di tutti, specialmente dei più poveri, emarginati e discriminati». Persone con vissuti diversi e immerse in realtà differenti accomunate dall’Eucaristia: «Dove trovano la forza per fare tutto questo? Proprio nell’Eucaristia», ha affermato il Papa davanti a migliaia di persone che hanno partecipato alla Messa e poi alla processione eucaristica. Un fiume di fedeli e membri delle confraternite, in cammino con gli stendardi e i loro simboli, che dalla basilica di San Giovanni ha raggiunto, attraversando via Merulana, Santa Maria Maggiore.

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Insieme con il cardinale vicario Agostino Vallini, cardinali, arcivescovi e vescovi, sacerdoti, religiose hanno accompagnato in questo percorso l’ostensorio col Santissimo Sacramento, fino alla piazza antistante la basilica Liberiana, dove Francesco ha impartito la benedizione finale. Nel giovedì in cui in Vaticano si è festeggiata la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, che in Italia e in altri Paesi viene celebrata domenica 29 maggio, il Papa ha lanciato il suo messaggio anche sui social network con un tweet: «Gesù si dona a noi nell’Eucaristia, offre se stesso come cibo spirituale che sostiene la nostra vita». Concetto che ha poi espresso in maniera più ampia durante l’omelia: «Gesù comanda di ripetere il gesto con cui ha istituito il memoriale della sua Pasqua, mediante il quale ci ha donato il suo Corpo e il suo Sangue. E questo gesto è giunto fino a noi: è il “fare” l’Eucaristia, che ha sempre Gesù come soggetto, ma si attua attraverso le nostre povere mani unte di Spirito Santo. È chiaro che questo miracolo non vuole soltanto saziare la fame di un giorno ma è segno di ciò che Cristo intende compiere per la salvezza di tutta l’umanità donando la sua carne e il suo sangue».

Francesco ha sottolineato poi l’invito di Gesù: «Fate questo in memoria di me». Espressione utilizzata due volte da San Paolo nella Lettera ai Corinzi: «È la testimonianza più antica sulle parole di Cristo nell’Ultima Cena – ha spiegato Bergoglio -. Fate questo. Cioè prendete il pane, rendete grazie e spezzatelo; prendete il calice, rendete grazie e distribuitelo. I pezzi di pane, spezzati dalle mani sante e venerabili del Signore, passano nelle povere mani dei discepoli, i quali li distribuiscono alla gente. Anche questo è “fare” con Gesù, è “dare da mangiare” insieme con Lui». Il Papa si è, infine, soffermato su un’altra parola che spiega il senso del «fate questo in memoria di me»: «Spezzare». E lo ha fatto ricordando Emmaus, dove «lo riconobbero nello spezzare il pane», e la prima comunità di Gerusalemme, «perseverante nello spezzare il pane. È l’Eucaristia che diventa fin dall’inizio il centro e la forma della vita della Chiesa».

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Risale invece al 1264 la festa del Corpus Domini, istituita da Papa Urbano IV, celebrata fino agli anni ’30 in Vaticano con una processione eucaristica, metafora del mettersi in cammino con Cristo. Dopo il Concilio Vaticano II, fu organizzata al di fuori delle mura leonine e in seguito, per volontà di Giovanni Paolo II, collegando la Cattedrale di Roma con Santa Maria Maggiore. Anche quest’anno il tradizionale itinerario è stato percorso dai fedeli tra canti e inni, ma senza la presenza del Papa che si è recato privatamente nella basilica mariana.

27 maggio 2016