Francesco: l’attentato alla sinagoga di Pittsburgh, «violenza disumana»

Al termine dell’Angelus, il pensiero per le 11 vittime dell’attacco e per i loro familiari. Lauder (Congresso ebraico mondiale): «I nostri peggiori incubi si sono avverati». La preghiera al Tempio Maggiore di Roma

«Disumano atto di violenza». Papa Francesco ha usato queste parole, ieri, 28 ottobre, al termine della preghiera dell’Angelus, per definire l’attentato di sabato 27 a Pittsburgh, dove un uomo, Robert Bowers, è entrato nella sinagoga uccidendo 11 persone e ferendone altre 6. Fermato e formalmente accusato – nei suoi confronti sono stati presentati 29 capi d’accusa, tra cui il crimine d’odio -, Bowers rischia ora la pena di morte.

Esprimendo la sua vicinanza alla città di Pittsburgh e in particolare alla comunità ebraica, il Papa ha rivolto la sua preghiera all’Altissimo perché «accolga i defunti nella sua pace, conforti le loro famiglie e sostenga i feriti». Tutti in realtà, ha proseguito, «siamo feriti da questo disumano atto di violenza. Il Signore ci aiuti a spegnere i focolai di odio che si sviluppano nelle nostre società, rafforzando il senso di umanità, il rispetto della vita, i valori morali e civili, e il santo timore di Dio, che è Amore e Padre di tutti».

Di «orribile atto di terrore» parla anche il presidente del Congresso ebraico mondiale Ronald Lauder, in un messaggio scritto all’indomani dell’attacco alla Sinagoga della Congregazione dell’Albero della vita, che «ha lasciato tutte le comunità ebraiche, sia negli Stati Uniti sia all’estero, in uno stato di shock assoluto». Da tempo, rivendica Lauder, «segnaliamo il forte aumento dell’antisemitismo, dell’estrema destra come dell’estrema sinistra, e abbiamo pregato che i numerosi incidenti a cui abbiamo assistito di recente, atti di vandalismo e profanazione di proprietà, non si trasformassero mai in morti». In quell’attacco avvenuto nel giorno dello “Shabbat”, la festa ebraica, «i nostri peggiori incubi si sono avverati: persone innocenti sono state uccise e ferite per il semplice crimine di essere ebrei».

Lauder definisce l’attacco «una deliberata e insensibile manifestazione di antisemitismo e odio» che «dovrebbe servire come sveglia per tutti gli americani che tale orrore può ed è avvenuto qui». L’invito dunque è a «a essere vigilanti e fare in modo che ciò non accada mai più». Nello stesso tempo alle autorità si rivolge l’«imperativo» di prendere sul serio ogni minaccia, per quanto innocua possa sembrare e garantire «che ogni comunità ebraica e le loro istituzioni siano sicure e protette»; a tutti l’obbligo morale di «condannare fermamente ogni forma di antisemitismo o xenofobia»”: non possiamo permetterci di «desensibilizzarci ai pericoli veramente reali che possono manifestarsi» e dobbiamo restare «uniti nell’inequivocabile denuncia e nel messaggio chiaro che non permetteremo al terrore di vincere».

Anche a Roma la Comunità ebraica vive lo shock della violenza. Per questa sera, 29 ottobre, alle 19.45 è in programma un momento di riflessione e preghiera al Tempio Maggiore.

29 ottobre 2018