Francesco, la «perfetta letizia» e la “gioia del Vangelo”

Presieduta dal vescovo Luca Brandolini la celebrazione solenne del Transito del santo d’Assisi, alla cui protezione ha affidato i lavori del Sinodo. Al termine la processione fino alla statua che dal 1927 svetta di fronte alla basilica

La perfetta letizia, intesa come gioia autentica, quale risultato di una vita umile, votata alla lode e benedizione del Creatore. Questo il nucleo centrale dal quale il vescovo Luca Brandolini, vicario dell’arciprete della basilica di San Giovanni in Laterano, ha dipanato la sua omelia ieri sera, 3 ottobre, nel corso della solenne celebrazione del Transito di San Francesco che ha avuto luogo nella cattedrale di Roma. Guardando alla vita e alla predicazione del Poverello di Assisi, caratterizzate dalla semplicità, il presule ha sottolineato che «solo chi è piccolo e puro come i bambini può sperimentare e svelare quell’Evangelii gaudium che è anche l’iniziale messaggio del Papa al mondo per rinnovare e promuovere la crescita del popolo cristiano», in riferimento alla prima esortazione apostolica di Francesco, promulgata nel 2013.

«La perfetta letizia francescana – ha chiosato – nasce nel cuore di coloro che si aprono al Vangelo e proprio alla fedeltà alla Parola di Gesù san Francesco chiamò i suoi frati in punto di morte: è questa la suprema regola per tutti coloro che vogliono davvero seguire e servire la Chiesa». Attualizzando questo mandato, Brandolini ha auspicato che ciascuno possa essere in grado di «accogliere nella propria vita la somma benedizione del Padre per camminare con gioia anche nei momenti di stanchezza che non mancano mai, sapendo che troveremo riparo solo affidandoci a Lui». Ancora, l’invito alla lode per il dono della vita nella sua interezza, ricordando gli ultimi momenti dell’esistenza del co-patrono d’Italia, autore del Cantico delle creature: «Francesco chiese ai suoi confratelli di seppellirlo nella nuda terra e, prima, volle invocare come sorella anche la morte, riconoscendola via d’accesso e passaggio obbligato per partecipare alla gloria piena e definitiva di Dio». Alla protezione di san Francesco Brandolini ha poi affidato i lavori del Sinodo – aperti proprio ieri mattina – e in particolare i giovani cui l’assemblea dei vescovi è dedicata: «Possano trovare la risposta di senso che cercano e, quindi, la loro strada e la loro vera vocazione».

Prima della benedizione finale, la celebrazione del “Transito di san Francesco”, con la lettura del racconto della morte del santo dalla biografia scritta da san Tommaso da Celano nel XIII secolo. Infine, la processione fino al monumento in piazza di Porta San Giovanni con la venerazione e l’omaggio floreale da parte di un gruppo di bambini della parrocchia di Sant’Anselmo alla Cecchignola alla statua di Francesco che dal 1927 svetta di fronte alla cattedrale.

Deposte ai piedi del simulacro rose bianche e gialle, i colori del Vaticano, in omaggio a Papa Francesco che proprio al santo di Assisi ha improntato il suo pontificato, mentre la banda della Gendarmeria Vaticana intonava la celebre “Fratello sole sorella luna” del compositore Riz Ortolani.

4 ottobre 2018