Francesco: la musica, «strumento di pace»
Il videomessaggio alla prima serata del 75° Festival di Sanremo, prima dell’esibizione di Noa, israeliane, e Mira Awad, palestinese. «Tanti bambini non possono cantare la vita. La guerra è sempre una sconfitta»
Prima serata, ieri, 11 febbraio, per il 75° Festival di Sanremo. Sul palco del Teatro Ariston, a condurre, Carlo Conti. Si alterano cantanti, co-conduttori, ospiti. In primo piano, la musica. Come è giusto che sia. Poi, pochi minuti prima delle 22, fuori scaletta, un ospite inedito, che consegna il Festival 2025 alla storia: Papa Francesco si “collega” con il pubblico con un videomessaggio registrato nel suo appartamento, a Casa Santa Marta.
Un messaggio di pace, quello di Bergoglio, che arriva subito prima dell’esibizione di Noa, israeliane, e Mira Awad, palestinese, che cantano Imagine di John Lennon, alternando versi in ebraico, arabo e inglese. «La musica è bellezza, la musica è strumento di pace – afferma -. È una lingua che tutti i popoli, in diversi modi, parlano e raggiunge il cuore di tutti. La musica può aiutare la convivenza dei popoli».
Nelle parole del pontefice, spazio ai ricordi. Vicini, come quello della Giornata mondiale dei bambini, lo scorso maggio: «Tu eri con noi», dice rivolto al «carissimo Carlo» in quel «in quel bellissimo momento allo Stadio Olimpico con i bambini di tutto il mondo». E lontani, come quello personale, della sua infanzia: «Penso, in questo momento, a mia mamma che mi raccontava e mi spiegava alcuni brani di opere liriche facendomi conoscere il senso di armonia e i messaggi che la musica può donare».
E proprio sui bambini il Papa richiama l’attenzione del pubblico di Sanremo. In particolare, sui «tanti bambini che non possono cantare, non possono cantare la vita, e piangono e soffrono per le tante ingiustizie del mondo, per le tante guerre, le situazioni di conflitto. Le guerre – scandisce – distruggono i bambini. Non dimentichiamo mai che la guerra è sempre una sconfitta. Questo è quello che desidero di più, vedere chi si è odiato stringersi la mano, abbracciarsi e dire con la vita, la musica e il canto: la pace è possibile! Oggi tu lo stai facendo e lo stai facendo dire attraverso la musica».
Quindi, l’augurio: «Cercate di vivere delle belle serate e rivolgo un saluto a tutti coloro che sono collegati, specialmente le persone che soffrono, e a tutti voi, e che la buona musica possa raggiungere il cuore di tutti. Sai, la musica può aprire il cuore all’armonia, alla gioia dello stare insieme, con un linguaggio comune e di comprensione facendoci impegnare per un mondo più giusto e fraterno».
12 febbraio 2025