Francesco: «La cultura della cura è la strada per la pace»

Il messaggio alla Marcia Perugia-Assisi: «Gli Stati spendono enormi somme per gli armamenti mentre nelle Conferenze internazionali si proclama la pace»

Ai 30mila partecipanti alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fraternità, che si è svolta ieri, 10 ottobre, a 60 anni dalla prima organizzata da Aldo Capitini, il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino ha letto il messaggio inviato da Papa Francesco. “Cura è il nuovo nome della pace”, era il tema della manifestazione. E sul valore della cura si è soffermato anche il pontefice, riconoscendo anzitutto «un positivo segno dei tempi, che la crisi pandemica ha contribuito a far emergere», il fatto che «intorno al valore del prendersi cura, riferito agli altri e all’ambiente, si riscontri oggi un’ampia condivisione».

La manifestazione è partita dallo stesso luogo della prima, i Giardini del Frontone del capoluogo umbro, a pochi metri dal tradizionale punto di partenza in via San Girolamo. Ad aprire il grande serpentone di partecipanti, tutti con le mascherine, una grande bandiera della pace e i ragazzi dell’istituto comprensivo Sinalunga e dell’Università di Padova a cui è stato dato il compito di portarla fino alla Rocca Maggiore di Assisi.  “I Care”, lo slogan, accompagnato appunto dalla scritta: “Cura è il nuovo nome della pace”. «Con il gesto semplice ed essenziale del vostro camminare, voi avete affermato che la cultura della cura è una strada, anzi, è la strada maestra che conduce alla pace – l’omaggio di Francesco -. La cura è il contrario dell’indifferenza, dello scarto, del violare la dignità dell’altro, cioè di quell’anti-cultura che è alla base della violenza e della guerra», si legge nel testo.

Nelle parole di Francesco, la constatazione che «purtroppo ancora oggi, dopo le due immani guerre mondiali e le tante guerre regionali che hanno distrutto popoli e Paesi, ancora – ed è scandaloso – gli Stati spendono enormi somme di denaro per gli armamenti, mentre nelle Conferenze internazionali si proclama la pace, distogliendo di fatto lo sguardo dai milioni di fratelli e sorelle che mancano del necessario per vivere o trascinano un’esistenza indegna dell’uomo. Per questo è più che mai necessario camminare sulla via della cura – l’esortazione -: non una volta all’anno ma ogni giorno, nel concreto della vita quotidiana, con l’aiuto di Dio che è padre di tutti e di tutti si prende cura, perché impariamo a vivere insieme da fratelli e sorelle».

11 ottobre 2021