Francesco incontra il popolo gitano

Il 26 ottobre in oltre 5mila, provenienti da tutta Europa, saranno accolti in aula Paolo VI. Perego, Migrantes: «Forte provocazione»

Il 26 ottobre in oltre 5mila, provenienti da tutta Europa, saranno accolti in aula Paolo VI. Perego, Migrantes: «Forte provocazione»

Papa Francesco incontrerà in Aula Paolo VI oltre 5mila gitani il prossimo 26 ottobre. Rom e sinti provenienti da tutto il mondo arriveranno nella Capitale già a partire da sabato 24, in occasione del pellegrinaggio organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti che accompagnerà all’incontro con il Papa. L’evento ecclesiale, ha detto monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, «è un esercizio di misericordia che parte dal Papa e dovrebbe toccare le parrocchie e le comunità, e al tempo stesso richiamare fortemente il mondo della politica e della cultura a non escludere e a non disconoscere un popolo e una minoranza come invece sta avvenendo».

Il pellegrinaggio mondiale del popolo gitano, racconta monsignor Perego, «prepara al Giubileo a 50 anni dal Concilio e al tempo stesso ricorda il 50mo anniversario dell’importante incontro che Paolo VI, prima della chiusura del Vaticano II, volle fare con i rom nel campo nomadi di Pomezia, nel 1965». A differenza dell’udienza di Benedetto XVI nel 2011, che ha visto partecipare solo le comunità dell’Europa, questo incontro speciale si arricchirà della presenza di rappresentati provenienti da Asia e America. L’evento si comporrà di tre giorni di preghiera e di festa.

Monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore per l’Ufficio diocesano per la Pastorale delle Migrazioni, anticipa: «Ai pellegrini verranno fatti visitare i luoghi di culto della città. Il primo giorno ci sarà la celebrazione della Via Crucis al Colosseo presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini, il giorno dopo il momento centrale sarà la Messa al Santuario della Madonna del Divino Amore presieduta dal cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti. La giornata si concluderà con un concerto nella basilica di Santa Maria in Trastevere e il giorno dopo ci sarà l’udienza del Papa».

Secondo Felicolo «sarà un’occasione importante, per ricordare innanzitutto al popolo gitano, ma all’intera comunità e, perché no, anche a noi a Roma, con tutte le problematiche che abbiamo, l’apertura della Chiesa nei confronti di chi vive ai margini della società». Commemorare l’incontro di Paolo VI, continua, incoraggerà l’incontro fra culture: «Servirà per far conoscere all’opinione pubblica la storia dei gitani, spesso vittime di pregiudizi e di paure».

«Questo incontro vuole rilanciare la spiritualità del Concilio – commenta monsignor Perego – la spiritualità del buon Samaritano che vede nella misericordia il volto della Chiesa di oggi». Un concetto che può apparire in controtendenza: «mentre il Papa invita a casa sua a San Pietro 5mila rom di tutto il mondo – continua il sacerdote -, riconoscendo in loro i piccoli a cui guardare per dire il volto di una chiesa materna, dall’altra parte c’è la situazione che tante volte viviamo nella nostra città, dove i più deboli sono esclusi ed emarginati».

In Europa ci sono 35 milioni di rom, in Italia una piccola minoranza di 170 mila persone. Come ha fatto sapere l’associazione 21 luglio, il comune di Roma, in vista del Giubileo ha intensificato gli sgomberi dei campi: «Otto italiani su dieci non vorrebbero come vicino di casa un rom – racconta Perego – la Chiesa invece mette al centro il rispetto della dignità della persona, che significa anche cambiare modelli, strutture economiche e politiche sociali». L’incontro del Papa, conclude Perego «sarà una forte provocazione a ripensare la vita delle nostre comunità».

19 ottobre 2015