Francesco incontra i familiari delle vittime di Nizza

Il Papa ha ricevuto la delegazione in Aula Paolo VI invitando tutti a «rispondere agli assalti del demonio con perdono e amore»

Il Papa ha ricevuto la delegazione in Aula Paolo VI invitando tutti a «rispondere agli assalti del demonio con perdono e amore»

«Il dramma che ha conosciuto la città di Nizza ha suscitato dappertutto significativi gesti di solidarietà e di accompagnamento». Lo ha ricordato Papa Francesco, ricevendo in udienza, nell’Aula Paolo VI, i familiari delle vittime dell’attentato di Nizza avvenuto il 14 luglio scorso. «Ringrazio tutte le persone che, immediatamente, hanno dato soccorso alle vittime, o che fino ad oggi, e di certo ancora a lungo, si dedicano a sostenere e accompagnare le famiglie – ha proseguito -. Penso naturalmente alla comunità cattolica e al suo vescovo, monsignor André Marceau, ma anche ai servizi di assistenza e al mondo associativo, in particolare all’associazione Alpes-Maritimes Fraternité, qui presente, che raccoglie rappresentanti di tutte le confessioni religiose, e questo è un segno molto bello di speranza».

Il Pontefice si è rallegrato «di vedere» che tra le diverse confessioni religiose di Nizza «le relazioni interreligiose sono molto vive, e questo non può che contribuire ad alleviare le ferite di questi drammatici avvenimenti». Infatti, ha evidenziato il Santo Padre, «stabilire un dialogo sincero e relazioni fraterne tra tutti, in particolare tra quanti confessano un Dio unico e misericordioso, è una urgente priorità che i responsabili, sia politici sia religiosi, devono cercare di favorire e che ciascuno è chiamato ad attuare intorno a sé».

Per Francesco, «quando la tentazione di ripiegarsi su se stessi, oppure di rispondere all’odio con l’odio e alla violenza con la violenza è grande, un’autentica conversione del cuore è necessaria». È, ha sottolineato, «questo il messaggio che il Vangelo di Gesù rivolge a tutti noi. Si può rispondere agli assalti del demonio solo con le opere di Dio che sono perdono, amore e rispetto del prossimo, anche se è differente».

«Che Dio elimini ogni progetto di terrore e di morte dal cuore dell’uomo affinché nessun uomo possa più versare il sangue di suo fratello. Che Dio ci aiuti a essere operatori di pace». Lo ha detto il vescovo di Nizza, monsignor André Marceau, rivolgendo a Papa Francesco il saluto a nome dei familiari delle vittime dell’attentato di Nizza. «Oggi, nella vostra casa – ha detto il vescovo – ci aprite le braccia e il vostro cuore. La nostra emozione è grande di trovarci davanti a voi. Siate sicuro, Santo Padre, della nostra gratitudine. Il vostro gesto di accoglienza è un gesto di amore paterno, di conforto e di pace. La nostra città in quella notte di festa del 14 luglio è stata ferita, traumatizzata e lo rimane».

«Nonostante le sofferenze profonde, il dolore, l’incomprensione e la rivolta che abitano i nostri cuori – ha detto monsignor Marceau – , la comunione nella diversità della nostra delegazione ci chiama a contemplare il volto di amore, di perdono, di misericordia e di pace» di Dio, «testimoniandolo gli uni e gli altri nella nostra società». «È un lavoro di pacificazione» e «la celebrazione dell’anno della Misericordia che avete voluto per la Chiesa e per il mondo – ha proseguito il vescovo – ci invita a non lasciare che i nostri cuori si chiudano, cedano al desiderio di odio o si lascino invadere dall’indifferenza o dal sentimento di sentirsi schiacciati».

«Il vostro messaggio ci chiama sempre a diventare e ad essere artigiani di misericordia in questo mondo che Dio ama e al quale ha mandato Gesù suo Figlio per salvarlo. È questo il cammino che vogliamo intraprendere per superare le prove». È un cammino che impegna tutti i seguaci delle fedi religiose e gli «uomini e donne di buone volontà»: «Costruire questo mondo secondo il cuore di Dio, ponti che uniscono gli uomini e non li dividono».

Il Papa ha, infine, pregato per la Francia «e per i suoi responsabili, affinché si costruisca senza stancarsi una società giusta, pacifica e fraterna». Il Pontefice ha concluso senza impartire la benedizione come già è accaduto in passato quando ci sono persone non cristiane presenti in udienza.

 

26 settembre 2016