Francesco in volo verso Kinshasa e Juba

Lo scambio di telegrammi con Mattarella. Il capo dello Stato: «Confido che la dimensione ecumenica del viaggio in Sud Sudan dimostri l’indispensabile contributo che i cristiani, insieme, sono chiamati a offrire per il superamento delle divisioni e la dignità della persona»

«Nel momento in cui mi accingo a compiere un viaggio apostolico nella Repubblica democratica del Congo e in Sud Sudan, mosso dal vivo desiderio di incontrare i fratelli nella fede e gli abitanti di quelle care nazioni recando un messaggio di pace e riconciliazione, mi è gradito rivolgere a lei, Signor Presidente, l’espressione del mio deferente saluto, che accompagno con fervide preghiere per il bene e la prosperità dell’intero popolo italiano». Sono le parole che Papa Francesco ha rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, partendo questa mattina, 31 gennaio, per il suo 40° viaggio apostolico fuori dall’Italia, il primo del 2023.

L’aereo del Papa – un Airbus A350 di Ita Airways intitolato a Enzo Bearzot – è decollato alle 8.29 dall’aeroporto Leonardo da Vinci. L’arrivo all’aeroporto internazionale “Ndjili” di Kinshasa è previsto per le 15, ora locale. Prima di partire, dunque, Bergoglio ha rinnovato la consuetudine del telegramma di saluto al capo dello Stato, che a sua volta ha risposto affidando a un telegramma il «sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi». Nelle parole di Mattarella, «la sua missione in Paesi segnati dalla violenza e dalla povertà rappresenta un’occasione importante per testimoniare vicinanza e fiducia a quanti sono impegnati a promuovere i valori del rispetto, della concordia e della pacifica convivenza, uniche basi sulle quali è possibile costruire a beneficio di tutti un orizzonte di stabilità e sviluppo. Confido che la particolare dimensione ecumenica del viaggio in Sud Sudan – prosegue il presidente della Repubblica – possa dimostrare l’indispensabile contributo che i cristiani, insieme, sono chiamati a offrire per promuovere il superamento delle divisioni e la dignità della persona».

Già domani, 1° febbraio, Francesco incontrerà a Kinshasa le vittime della violenza nell’est della Repubblica democratica del Congo. Violenza che caratterizza anche il Sud Sudan, nonostante gli accordi di pace del 2018, dove ai conflitti si uniscono crisi alimentari, siccità e alluvioni, tanto da produrre la più grande crisi di rifugiati dell’Africa, con almeno quattro milioni di sfollati. In questo giovanissimo Paese, il viaggio del pontefice diventerà un pellegrinaggio ecumenico di pace, insieme all’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e al moderatore della Chiesa di Scozia Iain Greenshields. I tre leader religiosi incontreranno i capi politici del Paese, terranno una veglia ecumenica all’aperto per la pace e il 4 febbraio a Juba, la capitale, incontreranno gli sfollati.

31 gennaio 2023