Francesco in sinagoga: «Un vestito su misura secondo il suo pontificato»
Il portavoce della Comunità ebraica di Roma Fabio Perugia sulla visita fissata al 17 gennaio 2016: «Non segue un rituale ma si rinnova significati»
Il portavoce della Comunità ebraica di Roma Fabio Perugia sulla visita in programma il 17 gennaio 2016: «Non segue un rituale ma si rinnova di sentimento e significati»
Una «visita vera». Il portavoce della Comunità ebraica di Roma Fabio Perugia definisce così, in un’intervista a inBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, l’appuntamento annunciato per il prossimo 17 gennaio: la visita di Papa Francesco alla sinagoga di Roma. In prima fila, annuncia, «non vedremo le istituzioni ma la gente della comunità ebraica: da chi si occupa dei poveri ai giovani, fino agli ex deportati». Non sarà, prosegue Perugia, una visita «istituzionale, ingessata» ma «l’occasione per mostrare al Papa quali sono le diverse sfaccettature di una comunità con la quale il Vaticano convive da secoli nella stessa città».
Quella di Francesco sarà la terza volta di un Papa nella Sinagoga maggiore di Roma, dopo Giovanni Paolo nel 1986 e Benedetto XVI 5 anni fa. Nel percorso del dialogo, continua ancora il portavoce della Comunità romana, «nulla deve essere mai dato per scontato e non era scontato che ci potesse essere una nuova visita. Siamo sempre attenti al percorso comune e riteniamo ogni passo importante». Eppure l’appuntamento con Francesco non seguirà un rituale ereditato dai predecessori: «Si rinnova di sentimento e si coprirà di nuovi significati».
Secondo Perugia, «sarà un vestito su misura secondo il pontificato di Francesco. Ecco perché il contatto con la gente e la “pancia” della nostra comunità». La durata prevista: un’ora e mezza. «Ci sarà un momento importante all’interno del tempio con i discorsi ufficiali e la possibilità di far partecipare a questo momento i grandi rabbini che vorranno accorrere al Tempio Maggiore per assistere alla cerimonia – prosegue il portavoce -. Il rabbino capo nelle prossime settimane inviterà i rappresentanti dell’ebraismo che si relazionano con Roma e con l’altra parte del Tevere».
18 novembre 2015