Francesco in Canada: la gratitudine dei vescovi

La disponibilità del Papa all’invito della Conferenza episcopale. Il presidente Poisson: «Sia pietra miliare nel cammino verso la riconciliazione». La data da fissare

La data sarà fissata più avanti ma la disponibilità del Papa a compiere una visita apostolica in Canada c’è già. Lo ha annunciato ieri, 27 settembre, la Santa Sede con un comunicato, informando dell’invito ricevuto dalla Conferenza episcopale canadese. Una visita, quella di Francesco, che si collocherà comunque «nel contesto del processo pastorale, in atto da tempo, di riconciliazione con i popoli indigeni», si legge nella nota della Sala stampa vaticana. «Un pellegrinaggio di guarigione e riconciliazione», lo definiscono i vescovi canadesi, esprimendo in un comunicato diffuso ieri dalla Conferenza episcopale la loro gratitudine al pontefice per aver accettato il loro invito. Aspettando questo incontro, la Conferenza dei vescovi ricorda che dal 17 al 20 dicembre una delegazione dei popoli indigeni del Canada farà un viaggio in Vaticano. Parteciperanno tre distinti gruppi di delegati, ciascuno dei quali avrà un incontro personale con Francesco, prima dell’udienza finale che il Papa concederà a tutti il 20 dicembre.

Risale all’estate scorsa il ritrovamento di oltre mille tombe senza nome con resti di bambini nei pressi delle scuole residenziali per i figli delle famiglie indigene. Si stima che, a partire dal 1883 fino agli anni ‘60 del secolo scorso, circa 150mila bambini delle First Nations, Métis e Inuit erano stati obbligati a frequentare una delle 139 scuole distribuite in tutto il Paese e che a causa di malattie, fame, freddo, siano morti almeno 4mila tra bambini e adolescenti. Anche a seguito di quei ritrovamenti, evidenzia il presidente della Conferenza episcopale Raymond Poisson nella nota diffusa ieri, «i vescovi del Canada sono stati impegnati in discussioni significative con le popolazioni indigene, in particolare con quelle colpite dalle scuole residenziali, che hanno condiviso storie sulle sofferenze e le sfide che continuano a vivere. Preghiamo – aggiunge – che la visita di Papa Francesco in Canada possa essere una pietra miliare significativa nel cammino verso la riconciliazione e la guarigione».

Erano stati proprio i capi delle First Nations a invitare per primi il Papa in Canada, in modo da potersi «scusare direttamente con i sopravvissuti e le famiglie». Anche la visita in dicembre a Roma è stata organizzata in stretta collaborazione con le National Indigenous Organizations e altri partner. A Roma, spiega ancora Poisson, la delegazione dei nativi avrà la possibilità di «aprire i loro cuori al Santo Padre e condividere sia la loro sofferenza che le loro speranze e desideri per la sua eventuale visita in Canada». Intanto già nei mesi scorsi i vescovi canadesi avevano annunciato un impegno finanziario collettivo a livello nazionale – 30 milioni di dollari in cinque anni -, per sostenere e accompagnare iniziative volte a favorire percorsi di guarigione e riconciliazione per i sopravvissuti.

28 ottobre 2021