Francesco: «Il Sinodo purifichi la Chiesa»

In piazza San Pietro la veglia ecumenica Together, promossa dalla Comunità di Taizé, a cui hanno partecipato 18mila giovani tra i 18 e i 35 anni. I semi consegnati ai capi delle Chiese come segno di unità e sinodalità. «L’unità dei cristiani cresce in silenzio davanti alla Croce»

Una festa con canti accompagnati dal battito di mani che ne scandiva il ritmo, le clip, le testimonianze, gli interventi di ringraziamento per il dono dell’unità, del prossimo, della pace, del Creato, intervallati dai cori di vari Paesi a partire da quello dei bambini ucraini che hanno intonato Hallelujah di Leonard Cohen. E ancora, il “fiume” simbolico, rappresentato da uno striscione di circa 10 metri, portato dai rappresentanti del Sinodo, dai rifugiati e dai più vulnerabili, come segno del lavoro comune per la giustizia e la pace con tutte le creature e tra gli uomini. Fino a giungere alla preghiera silenziosa con Papa Francesco. Tutto questo hanno vissuto i 18mila giovani che nel pomeriggio di oggi, sabato 30 settembre, hanno partecipato alla veglia ecumenica presinodale “Together – Raduno del Popolo di Dio”, celebrata in piazza San Pietro alla presenza dei responsabili di molte confessioni cristiane tra i quali Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, che ha guidato la preghiera iniziale con l’invocazione dello Spirito Santo; Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa Anglicana, che ha introdotto il Padre Nostro , e Mor Ignatius Aphrem II, patriarca Siro-Ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente.

Promossa dalla Comunità di Taizé la veglia è stata organizzata in collaborazione con la segreteria del Sinodo, il Vicariato di Roma, i dicasteri per la Promozione dell’unità dei cristiani e per i Laici, la famiglia e la vita. Un incontro di preghiera collettiva per i lavori del sinodo che si aprirà mercoledì 4 ottobre in Vaticano e che per i 464 partecipanti combacia con l’inizio del ritiro spirituale a Sacrofano. In piazza giovani di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, giunti a Roma ieri, 29 settembre, ospitati dalle comunità di 80 parrocchie. A loro Francesco ha parlato della «potenza» e dell’importanza del silenzio specie nella vita del credente, della Chiesa e nel cammino di unità dei cristiani. «Il Verbo, la Parola del Padre, si è fatto “silenzio” nella mangiatoia e sulla croce, nella notte della Natività e in quella della Pasqua», ha detto Francesco. La preghiera silenziosa dinanzi al Crocifisso di San Damiano e all’icona della Salus Populi Romani «non è stato un tacere vuoto, ma un momento carico di attesa e di disponibilità – le parole di Bergoglio -. In un mondo pieno di rumore non siamo più abituati al silenzio, anzi a volte facciamo fatica a sopportarlo, perché ci mette di fronte a noi stessi. Eppure esso è alla base della parola e della vita».

Per il Papa, oggi abbiamo tutti «bisogno di liberarci da tanti rumori» per ascoltare la  voce del Signore. Il silenzio, ha proseguito il pontefice, è essenziale nella vita della Chiesa perché «nella comunità ecclesiale rende possibile la comunicazione fraterna in cui lo Spirito Santo armonizza i punti di vista. Essere sinodali vuol dire accoglierci gli uni gli altri così, nella consapevolezza che tutti abbiamo qualcosa da testimoniare e da imparare». L’ultimo punto sul quale Francesco ha riflettuto è stato quello del silenzio nel cammino di unità dei cristiani. «É fondamentale per la preghiera, da cui l’ecumenismo comincia e senza la quale è sterile – ha affermato -. Più ci rivolgiamo insieme al Signore nella preghiera, più sentiamo che è Lui a purificarci e ad unirci al di là delle differenze».

Ai capi di Chiese e ai leader delle diverse tradizioni cristiane sono stati consegnati alcuni semi, come segno di unità e sinodalità, da piantare e far crescere. Esattamente come quei semi, «l’unità dei cristiani cresce in silenzio davanti alla croce – ha proseguito il Papa -: a noi il compito di seminarli, saranno un segno per noi, chiamati a nostra volta a morire silenziosamente all’egoismo per crescere, attraverso l’azione dello Spirito Santo, nella comunione con Dio e nella fraternità tra noi. Chiediamo, nella preghiera comune, di imparare nuovamente a fare silenzio per ascoltare la voce del Padre, la chiamata di Gesù e il gemito dello Spirito. Chiediamo che il Sinodo sia kairós di fraternità, luogo dove lo Spirito Santo purifichi la Chiesa dalle chiacchiere, dalle ideologie e dalle polarizzazioni».

Molti dei giovani presenti hanno partecipato anche alla Giornata mondiale della gioventù svoltasi ad agosto a Lisbona, riconoscibili dalle magliette e dalle bandierine con il logo della Gmg,«che non è un momento fine a se stesso, non si limita a pochi giorni – dichiara  Lorenzo, 24enne della Sabina -. È un grande momento di fede della Chiesa che ne stimola tanti altri, come Together. Stasera abbiamo portato lo spirito di Lisbona a San Pietro e tanti amici che non sono potuti venire in Portogallo sono qui incuriositi dalle testimonianze delle giornate di Lisbona». La partecipazione al Raduno del Popolo di Dio per Carlo, 26enne della diocesi di Frosinone, «era un dovere. Ci siamo messi in cammino per continuare un viaggio spirituale iniziato anni fa a Cracovia, che ha fatto tappa a Lisbona e oggi ci ha portato a Roma». Chiara, 21 anni di Sapri, sta facendo il noviziato nella congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore a Roma. È a San Pietro con suor Anna Paola, la sua formatrice, per «fare un’esperienza ecumenica. Prego affinché tutti i giovani si sentano sempre più coinvolti nella vita della Chiesa».

In occasione di Together, la piazza è stata addobbata da Confagricoltura in collaborazione con Assoverde e con l’architetto paesaggista Virna Mastrangelo, con chiome multiformi posizionate all’ingresso della basilica e una composizione di arbusti, graminacee, erbacee e fioriture collocate dall’obelisco fino al Crocifisso, contornato da ulivi.

30 settembre 2023