Francesco: «Il Risorto guidi i passi di chi cerca la giustizia»

Nella benedizione Urbi et Orbi del giorno di Pasqua l’appello del Papa per la pace. «Il Signore doni il coraggio di fermare il traffico delle armi»

Nella benedizione Urbi et Orbi del giorno di Pasqua l’appello del Papa per la pace. «Il Signore doni ai responsabili delle nazioni il coraggio di fermare il traffico delle armi»

Nel messaggio di Papa Francesco per la benedizione Urbi et Orbi del giorno di Pasqua l’annuncio della gioia della risurrezione di Cristo si è intrecciato indissolubilmente con l’accorato appello per la fine delle guerre e delle schiavitù nel mondo. Di fronte a circa 60mila fedeli presenti in una piazza San Pietro trasformata in un giardino grazie agli splendidi addobbi floreali provenienti dall’Olanda e sotto qualche scroscio di pioggia, il pontefice ha ricordato che «in tutto il mondo, la Chiesa rinnova l’annuncio pieno di meraviglia dei primi discepoli: “Gesù è risorto!”, “È veramente risorto, come aveva predetto!”. L’antica festa di Pasqua, memoriale della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù, raggiunge qui il suo compimento. Tutti noi, quando ci lasciamo dominare dal peccato, perdiamo la strada buona e andiamo errando come pecore smarrite. Ma Dio stesso, il nostro Pastore, è venuto a cercarci, e per salvare noi si è abbassato fino all’umiliazione della croce».

Anche oggi, ha sottolineato il Papa, «Egli prende sulle sue spalle tanti nostri fratelli e sorelle oppressi dal male nelle sue diverse forme. Il Pastore Risorto va a cercare chi è smarrito nei labirinti della solitudine e dell’emarginazione; va loro incontro mediante fratelli e sorelle che sanno avvicinarsi con rispetto e tenerezza e far sentire a quelle persone la sua voce, una voce mai dimenticata, che le richiama all’amicizia con Dio. Si fa carico di quanti sono vittime di antiche e nuove schiavitù: lavori disumani, traffici illeciti, sfruttamento e discriminazione, gravi dipendenze. Si fa carico dei bambini e degli adolescenti che vengono privati della loro spensieratezza per essere sfruttati; e di chi ha il cuore ferito per le violenze che subisce entro le mura della propria casa. Il Pastore Risorto si fa compagno di strada di quanti sono costretti a lasciare la propria terra a causa di conflitti armati, di attacchi terroristici, di carestie, di regimi oppressivi». Il Papa ha pregato affinché «nelle complesse e talvolta drammatiche vicende dei popoli, il Signore Risorto guidi i passi di chi cerca la giustizia e la pace; e doni ai responsabili delle nazioni il coraggio di evitare il dilagare dei conflitti e di fermare il traffico delle armi».

Quindi l’appello per la pace, con un riferimento esplicito all’«ignobile attacco ai profughi in fuga che ha provocato numerosi morti e feriti» ad Aleppo: «In modo particolare sostenga gli sforzi di quanti si adoperano attivamente per portare sollievo e conforto alla popolazione civile in Siria, l’amata e martoriata Siria, vittima di una guerra che non cessa di seminare orrore e morte». E ancora ha auspicato che il Signore «doni pace a tutto il Medio Oriente, a partire dalla Terra Santa, come pure in Iraq e nello Yemen. Non manchi la vicinanza del Buon Pastore alle popolazioni del Sud Sudan, del Sudan, della Somalia e della Repubblica Democratica del Congo, che patiscono il perpetuarsi di conflitti, aggravati dalla gravissima carestia che sta colpendo alcune regioni dell’Africa. Gesù risorto sostenga gli sforzi di quanti, specialmente in America Latina, si impegnano a garantire il bene comune delle società, talvolta segnate da tensioni politiche e sociali che in alcuni casi sono sfociate in violenza». Infine, un pensiero per «l’Ucraina, ancora afflitta da un sanguinoso conflitto» perché possa «ritrovare concordia» e per tutta la vecchia Europa: «Il Signore risorto, che non cessa di colmare il continente europeo della sua benedizione, doni speranza a quanti attraversano momenti di crisi e difficoltà, specialmente a causa della grande mancanza di lavoro soprattutto per i giovani».

18 aprile 2017