Francesco: «Il perdono di Dio restituisce vita nuova»

La celebrazione penitenziale nella “24 ore per il Signore” presieduta dal Papa a San Pio V, dove ha confessato nove fedeli. «Il sacramento della riconciliazione è la risurrezione del cuore». Ai preti: «Perdoniamo, perdoniamo sempre. Come Dio»

«Dio non si stanca mai di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono». Lo ripete più e più volte Papa Francesco ai 1.500 fedeli della parrocchia di San Pio V. È un venerdì pomeriggio di Quaresima, l’8 marzo, si celebra la “24 Ore per il Signore”, tradizionale iniziativa di preghiera e riconciliazione voluta dal Santo Padre e promossa dal dicastero per l’Evangelizzazione, che ogni anno ricorre nelle diocesi di tutto il mondo alla vigilia della quarta domenica del tempo di preparazione alla Pasqua. Grande entusiasmo sul sagrato della chiesa, da parte di migliaia di fedeli che lo aspettavano. Poi, dopo essere entrato, Francesco ha dato inizio al rito, scandito da canti, dalla proclamazione della Parola di Dio e dalle preghiere di invocazione del perdono. Il pontefice ha anche amministrato il sacramento della riconciliazione. Seduto davanti all’altare del Santissimo, nella navata di destra della chiesa, ha ascoltato le confessioni di nove persone, come fosse un semplice parroco.

Sorridente, accogliente, secondo quanto raccomanda sempre ai sacerdoti, ha cercato di mettere tutti a loro agio. E nell’omelia, infatti, ha rimarcato, rivolgendosi ai confratelli preti: «Perdoniamo, perdoniamo sempre come Dio che non si stanca di perdonare, e ritroveremo noi stessi; concediamo sempre il perdono a chi lo domanda e aiutiamo chi prova timore ad accostarsi con fiducia al sacramento della guarigione e della gioia. E voi non domandate troppo». Più in generale ha raccomandato: «Non rinunciamo al perdono di Dio, al sacramento della riconciliazione. Non è una pratica di devozione, ma il fondamento dell’esistenza cristiana; non è questione di saper dire bene i peccati, ma di riconoscerci peccatori e di buttarci tra le braccia dell’amore di Gesù crocifisso per essere liberati; non è un gesto moralistico, ma la risurrezione del cuore». Perciò ha esortato: «Rimettiamo il perdono di Dio al centro della Chiesa».

Al suo arrivo, Francesco è stato accolto dal parroco don Donato Le Pera, dai sacerdoti della parrocchia e da alcuni rappresentanti dei gruppi parrocchiali, che avevano preparato l’animazione liturgica. Con il Papa c’erano l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione, che ha organizzato la “24 Ore per il Signore”, e padre Leonardo Sapienza, reggente della prefettura della Casa Pontificia. Il Papa ha proposto con le sue parole una sorta di esame di coscienza. «Gesù, se vuoi, puoi purificarmi», ha ripetuto e fatto ripetere più volte dai fedeli. «Dal pensare di non avere bisogno ogni giorno di te – ha detto -. Dal convivere pacificamente con le mie doppiezze, senza ricercare nel tuo perdono la via della libertà. Quando ai buoni propositi non seguono i fatti, quando rimando la preghiera e l’incontro con te. Quando scendo a patti col male, con la disonestà, con la falsità, quando giudico gli altri, li disprezzo e sparlo di loro, recriminando su tutti e tutto. E quando mi accontento di non fare del male, ma non compio del bene servendo nella Chiesa e nella società».

Inoltre, ha invitato a togliersi di dosso «la cenere che si è depositata sul cuore». Essa, ha aggiunto, «nasconde la bellezza alla vista della nostra anima». Se non facciamo pulizia, «Dio, che nella vita nuova è nostro Padre, ci appare come un padrone; invece di affidarci a Lui, contrattiamo con Lui; invece di amarlo, lo temiamo. E gli altri, anziché essere fratelli e sorelle, in quanto figli dello stesso Padre, ci sembrano ostacoli e avversari». Un’altra cattiva abitudine dalla quale il pontefice ha messo in guardia è quella di «trasformare i nostri compagni di cammino in avversari e tante volte lo facciamo eh…- ha aggiunto a braccio -. I difetti del prossimo ci paiono esagerati e i loro pregi nascosti; quante volte siamo inflessibili con gli altri e indulgenti con noi stessi. Avvertiamo una forza inarrestabile a compiere il male che vorremmo evitare». Per questo serve affidarsi alla misericordia di Dio, «perché Lui perdona tutto. “Oh Padre, io ho un peccato che sicuramente è imperdonabile” – ha detto riproducendo un ipotetico dialogo con un fedele -. Senti: Dio perdona tutto, perché Lui non si stanca mai di perdonare. Il perdono di Dio ci trasforma dentro: ci restituisce una vita e una vista nuova». E l’entusiasmo della gente alla fine della celebrazione è sembrato la miglior conferma delle parole del pontefice.

11 marzo 2024