Francesco: «Gesù ci insegna la nobiltà del cuore»

Il Papa è tornato, per la Messa in Coena Domini, giovedì 6 aprile, nel carcere minorile di Casal del Marmo. Il rito della lavanda dei piedi a 12 ragazzi detenuti

A distanza di dieci anni, Papa Francesco è tornato nel Giovedì Santo a celebrare la Messa in Coena Domini nel carcere minorile di Casal del Marmo. Lo aveva fatto a poche settimane dalla sua elezione al soglio pontificio, il 28 marzo 2013, inaugurando a sorpresa una consuetudine che tuttavia per il cardinale Bergoglio era abituale a Buenos Aires. «Ai tempi di Gesù – ha detto il Papa nell’omelia a braccio – lavare i piedi era un’abitudine. Ma chi lo faceva? Gli schiavi, era un lavoro da schiavo. Immaginiamo come sono rimasti sbalorditi i discepoli di Gesù, che fa questo (compito) da schiavo per fargli capire il messaggio del giorno dopo: che sarebbe morto come schiavo per pagare il debito di tutti noi. Se ascoltassimo questo messaggio, la vita sarebbe così bella, ci aiuteremmo l’un l’altro».

E invece, ha proseguito, spesso seguiamo quello che «ci insegnano i furbi, fregare uno all’altro… è bello darci la mano, sono gesti umani, universali, ma che nascono da un cuore nobile. Gesù oggi vuole insegnarci questo: la nobiltà del cuore. Ognuno può dire: “Ma se il Papa sapesse cosa ho dentro…”. Gesù lo sa e ci ama come siamo, e ci lava i piedi a tutti. Non si spaventa mai delle nostre debolezze perché lui ha pagato già. Vuole prenderci per mano perché la vita non sia tanto dura per noi». Il Papa poi ha ricordato che di lì a poco avrebbe compiuto lo stesso gesto: «Ma non è una cosa folcloristica, è un gesto che annuncia come dobbiamo essere noi uno con l’altro. Nella società vediamo quanta gente si approfitta degli altri, tanti sono all’angolo e non riescono a uscire.  Quante ingiustizie, quanti sono senza lavoro o con lavori pagati la metà, gente che non ha soldi per le medicine, famiglie distrutte, tante cose brutte e nessuno può dire “Meno male che non sono così”. Puoi dirlo solo per la grazia di Dio: ognuno di noi può scivolare. Questo – ha sottolineato Francesco – è quello che ci dà la dignità di essere peccatori: Gesù ci vuole così, ci dice “Sono venuto per salvare voi, per servire voi”. Aiutare gli uni gli altri, così la vita è più bella e si può portare avanti».

Il Papa ha scherzato sperando di “cavarsela” con la lavanda e ha invitato i ragazzi a pensare: «Gesù mi ha lavato i piedi, mi ha salvato, ora hai questa difficoltà ma Gesù mai ti abbandona, mai». Poi ha lavato e baciato i piedi a dieci ragazzi – cinque maggiorenni e cinque minorenni – e due ragazze. Tra loro due sinti, un croato, un senegalese musulmano, un romeno e un russo. Con tutti ha avuto un breve scambio di battute. Per il rito era stato allestito un palco sopraelevato in modo che il Pontefice non dovesse inginocchiarsi. La celebrazione è poi proseguita con la liturgia eucaristica tenuta da monsignor Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, mentre prima di lasciare la cappella il Papa è stato salutato dalla direttrice del carcere Maria Teresa Iuliani.

11 aprile 2023