Francesco: «Fedeltà all’uomo significa aprire il cuore ai poveri»
Il Papa lo ha detto ai partecipanti alla settima edizione del Festival della dottrina sociale della Chiesa che si tiene a Verona: «Essere fedeli comporta la capacità di cambiare»
«Quando si risponde a Dio si attiva sempre un processo: accade qualcosa di inedito che ci porta dove noi non avremmo mai immaginato». Lo ha detto Papa Francesco nel videomessaggio rivolto ai partecipanti alla settima edizione del Festival della dottrina sociale della Chiesa, al via dal 23 novembre a Verona, sul tema “Fedeltà è cambiamento”. «Questa espressione, che intenzionalmente suscita una certa “sorpresa logica, ci porta a considerare che, nella realtà, essere fedeli comporta la capacità di cambiare», ha sottolineato il Pontefice richiamando l’esperienza di Abramo.
«La Parola di Dio ci aiuta a distinguere le due “facce” del cambiamento: la prima è la fiducia, la speranza, l’apertura al nuovo; la seconda è la difficoltà a lasciare le sicurezze per andare incontro all’ignoto. Infatti, ci fa sentire più tranquilli rimanere nel nostro recinto, conservare, ripetere parole e gesti di sempre – questo ci fa sentire più sicuri – piuttosto che uscire, partire e avviare nuovi processi». Da qui, l’invito del Papa a domandarci «che cosa succede se manteniamo la nostra fedeltà a Dio e all’uomo. Abbiamo visto nella storia di Abramo l’effetto della chiamata del Signore: gli cambiò radicalmente la vita, lo fece entrare in una storia nuova, gli aprì orizzonti inattesi, con cieli nuovi e terre nuove».
«La fedeltà a Dio e la fedeltà all’uomo – ha continuato il Papa – convergono in un movimento dinamico che prende la forma del cambiamento di noi stessi e del cambiamento della realtà, superando immobilismi e convenienze, creando spazi e lavoro per i giovani e per il loro futuro». Fedeltà all’uomo significa «uscire da sé per incontrare la persona concreta, il suo volto, il suo bisogno di tenerezza e di misericordia, per farla uscire dall’anonimato, dalle periferie dell’esistenza. Fedeltà all’uomo significa aprire gli occhi e il cuore ai poveri, agli ammalati, a coloro che non hanno lavoro, ai tanti feriti dall’indifferenza e da un’economia che scarta e uccide, aprirsi ai profughi in fuga dalla violenza e dalla guerra. Fedeltà all’uomo significa vincere la forza centripeta dei propri interessi, interessi egoistici, e fare spazio alla passione per l’altro, respingere la tentazione della disperazione e tenere viva la fiamma della speranza».
Francesco ha auspicato un cambiamento «non solo quando le cose vanno male, ma anche quando tutto funziona bene e siamo tentati di adagiarci sui risultati raggiunti». Ne è conseguenza l’invito ad «allargare il nostro servizio, rendere partecipi altri dei nostri progetti», perché «dilatare gli spazi della creatività significa accogliere la sfida del cambiamento proprio per rimanere fedeli a Dio e all’uomo. Sembra una contraddizione – ha concluso -, ma la fedeltà è questo cammino che avvia dei processi e non permette che noi ci fermiamo negli spazi, spazi che ci difendono da ogni creatività, spazi che alla fine vanno nel senso del “si è fatto sempre così”».
24 novembre 2017