Francesco dona due reliquie al patriarca bulgaro Neofit

A consegnarle, nella residenza del primate a Sofia, il nunzio apostolico Pecorari: «Segno della volontà del Papa di cercare e pregare per l’unità dei cristiani»

È avvenuta nella residenza del patriarca bulgaro Neofit, a Sofia, ieri, 27 febbraio, la consegna dei frammenti delle reliquie di san Clemente Papa e del primo martire di Sofia san Potito, donati da Papa Francesco, da parte del nunzio apostolico in Bulgaria Anselmo Guido Pecorari. Nel ricevere il dono – quale seguito della visita apostolica di Papa Francesco in Bulgaria nel maggio del 2019 -, il metropolita di Sofia ha evidenziato come «la testimonianza della fede dei santi e dei martiri di Cristo sia una chiara prova delle nostre buone relazioni, che rimangono e continueranno a esistere nella pace, nella comprensione e nel rispetto reciproco».

Nelle parole del patriarca, «è una grande benedizione per la nostra Chiesa ortodossa bulgara, come custode e continuatrice dell’opera dei santi fratelli Cirillo e Metodio e dei loro santi discepoli, ricevere un pezzo delle sante reliquie del venerabile Papa Clemente, fondatore della Chiesa di Serdica e suo primo vescovo, come un ponte spirituale tra la Chiesa di Bulgaria e la Chiesa di Roma». “Ponte” nel quale si colloca anche il consueto pellegrinaggio di membri della Chiesa ortodossa bulgara nella basilica di San Clemente a Roma ogni 24 maggio, festa dei santi Cirillo e Metodio, ricordato da Neofit. Quindi, continuando il suo discorso, il capo della Chiesa ortodossa di Bulgaria ha evocato «le altre due reliquie donate dai pontefici romani alla Chiesa ortodossa di Bulgaria»: quelle di san Dacio di Dorostol offerte da Giovanni Paolo II nel 2002 e quelle di san Giorgio martire, dono di Benedetto XVI nel 2006.

Il patriarca Neofit è stato accompagnato dal vescovo Policarpo, suo vicario per la città di Sofia, e dal reverendo Vasilij, segretario generale dell’arcidiocesi di Sofia, mentre la delegazione della Chiesa cattolica in Bulgaria comprendeva, oltre al rappresentante pontificio, il presidente dei vescovi bulgari Christo Proykov e il vicario generale della diocesi di Nicopoli Strahil Kavalenov.  «Oggi – ha detto consegnando i frammenti delle reliquie il nunzio Pecorari – la reliquia di san Clemente Papa ritorna, con quella di san Potito, in queste terre, in cui hanno vissuto i due santi martiri e che sono state testimoni dell’opera missionaria dei santi Cirillo e Metodio». Ricordando poi la visita del Papa in Bulgaria lo scorso maggio, il rappresentante pontificio ha citato le parole di Francesco, sottolineando ciò che unisce la Chiesa ortodossa di Bulgaria alla Chiesa di Roma pur nella non piena comunione e nella diversità delle tradizioni. Il dono «prezioso» delle reliquie, ha precisato, è segno della volontà del Papa di «cercare e pregare per l’unità dei cristiani» e del «rispetto reciproco che caratterizza i rapporti tra la Santa Sede e il Patriarcato ortodosso di Bulgaria».

Le reliquie potranno essere venerate dal 24 marzo prossimo nell’antica basilica di Santa Sofia dove saranno accolte da una cerimonia solenne mentre il 25 marzo sono in progrmma un convegno scientifico e una divina liturgia presieduta dal patriarca Neofit. Secondo la tradizione, san Clemente e san Potito sono vincolati all’antica Serdica, nome originario di Sofia. San Clemente è considerato il primo vescovo di Serdica mentre san Potito, originario di Serdica, è stato martirizzato all’epoca dell’imperatore Antonino Pio e sepolto nella Puglia italiana, nell’attuale città di Tricarico. È uno dei dieci santi di Sofia e il suo nome è legato a molte guarigioni miracolose.

28 febbraio 2020