Francesco l’ 8 febbraio a San Michele Arcangelo

Fervono i preparativi per la visita dell’8 febbraio a San Michele Arcangelo a Pietralata. Il parroco Aristide Sana: «È nello stile del Papa, siamo una periferia».

Fervono i preparativi per la visita dell’8 febbraio a San Michele Arcangelo a Pietralata. Il parroco Aristide Sana: «È nello stile del Papa, siamo una periferia». 

«Noi facciamo prevalentemente una sola cosa: accogliere, accogliere, accogliere». monsignor Aristide Sana, 73 anni, lombardo, è il parroco di San Michele Arcangelo a Pietralata, la parrocchia dove Papa Francesco si recherà in visita domenica prossima. «È nel suo stile, noi siamo una periferia, la nostra parrocchia ha tutti i tratti della periferia – prosegue mentre fervono i preparativi -. L’abbiamo saputo meno di due settimane fa. Stiamo incontrando i vari gruppi, leggiamo alcuni suoi scritti, specie dall’Evangelii gaudium, concludiamo le celebrazioni eucaristiche con la sua preghiera a Maria Stella della nuova evangelizzazione. C’è tanto da fare».

Per esempio, rispondere alle domande dei bambini: «Sono molto curiosi, vogliono sapere tutto di Francesco che verrà a trovarli, dove viveva prima, com’è diventato Papa… stiamo facendo vedere loro dei filmati a cartone animato con lui come protagonista e loro sono pieni di entusiasmo. Stanno preparando i canti di accoglienza e delle letterine che gli consegneremo». Nella parrocchia, che ha già accolto Paolo VI nel Natale del ’63 e Giovanni Paolo II nel ‘91, Francesco arriverà intorno alle 16: «In alcuni saloni adiacenti alla chiesa incontrerà i malati, i genitori con i bambini battezzati negli ultimi mesi, i bambini della comunione, insieme ai loro genitori, e un’ottantina di scout con le loro famiglie».

Prima di confessare alcuni fedeli e, alle 18, presiedere la Messa che sarà concelebrata dal cardinale vicario Agostino Vallini, dal vescovo ausiliare Guerino Di Tora e dal parroco, il Papa «trascorrerà del tempo con alcune persone che gravitano in parrocchia, ma vivono “alla deriva”. Qui è pieno di storie difficili, senzatetto, papà separati che dormono in macchina». La parrocchia, eretta nel 1938, si sviluppa su un unico asse, via di Pietralata, «ma le altre parti del quartiere, nato senza un piano regolatore chiaro, faticano a legarsi. È un mix di zone popolari e residenziali, siamo noi il cuore pulsante», aggiunge.

Uno dei punti forti della parrocchia è il centro Caritas, dove la richiesta di aiuto è abbastanza elevata. «Tante, troppe persone vivono negli spazi verdi, in metropolitana. Ci sono situazioni di mancanza di lavoro, famiglie che richiedono assistenza con viveri, che distribuiamo almeno due volte al mese. Per fare di più – sottolinea il parroco, a San Michele Arcangelo da 17 anni – collaboriamo con il Banco Alimentare e abbiamo un canale con il Centro agroalimentare che ci fornisce prodotti per loro invendibili, magari per una confezione che si è danneggiata durante il trasporto».

Tutti i martedì mattina al centro Caritas si fanno consulenze legali e di lavoro: «Arrivano le richieste e noi cerchiamo di orientare le persone verso i servizi. Dove non arrivano quelli comunali, proviamo ad arrivare noi, anche con l’8 per mille. Facciamo il possibile anche per gli ex carcerati. Rebibbia non è distante, molti finiscono di scontare la pena e non sanno dove andare, tocchiamo con mano il problema. Qui la Cooperativa 29 giugno qualcosa faceva, ma dopo gli ultimi scandali è tutto fermo. Noi non ci perdiamo d’animo e facciamo quello che possiamo».

3 febbraio 2015