Francesco a Cop23: «Mantenere alta la collaborazione»

Il messaggio inviato alla 23ª sessione della Conferenza degli Stati parte alla convenzione-quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, riunita a Bonn fino al 17 novembre

«Mantenere alta la collaborazione» mostrata con l’Accordo di Parigi. È l’invito rivolto dal Papa, in un messaggio inviato alla 23ª sessione della Conferenza degli Stati parte alla convenzione-quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop 23), in corso a Bonn fino a domani. «Poco meno di due anni fa la comunità internazionale si trovava riunita all’interno di questo foro dell’Unfccc, con gran parte dei suoi massimi rappresentanti governativi, e dopo un lungo e complesso dibattito è giunta all’adozione dello storico Accordo di Parigi», ha esordito Francesco, ricordando come quest’ultimo «ha visto il raggiungimento di un consenso sulla necessità di avviare una strategia condivisa per contrastare uno dei fenomeni più preoccupanti che la nostra umanità sta vivendo: il cambiamento climatico. La volontà di dar seguito a questo consenso è stata poi rimarcata dalla velocità con la quale lo stesso Accordo di Parigi è entrato in vigore, dopo meno di un anno dalla sua adozione».

«L’Accordo – ha sottolineato il Papa – indica un chiaro percorso di transizione verso un modello di sviluppo economico a basso o nullo consumo di carbonio, incoraggiando alla solidarietà e facendo leva sui forti legami esistenti tra la lotta al cambiamento climatico e quella alla povertà. Tale transizione viene poi ulteriormente sollecitata dall’urgenza climatica che richiede maggiore impegno da parte dei Paesi, alcuni dei quali dovranno cercare di assumere il ruolo di guida di tale transizione, avendo ben a cuore le necessità delle popolazioni più vulnerabili». «In questi giorni siete riuniti a Bonn, per portare avanti un’altra fase importante dell’Accordo di Parigi», il riferimento all’attualità: «Il processo di definizione e costruzione di linee guida, regole e meccanismi istituzionali affinché esso sia realmente efficace e in grado di contribuire al conseguimento degli obiettivi complessi che si propone. In un siffatto percorso è necessario mantenere alta la volontà di collaborazione».

«Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti», scrive Francesco citando la sua enciclica: «Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati per vari motivi che vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche».

«Dovremmo evitare di cadere in questi quattro atteggiamenti perversi, che certo non aiutano alla ricerca onesta e al dialogo sincero e produttivo sulla costruzione del futuro del nostro pianeta», il monito del Papa, che pronuncia un forte «no» a «negazione, indifferenza, rassegnazione e fiducia in soluzioni inadeguate». «Non ci si può limitare alla sola dimensione economica e tecnologica», spiega Francesco: «Le soluzioni tecniche sono necessarie ma non sufficienti; è essenziale e doveroso tenere attentamente in considerazione anche gli aspetti e gli impatti etici e sociali del nuovo paradigma di sviluppo e di progresso nel breve, medio e lungo periodo».

In tale prospettiva, «appare sempre più necessario prestare attenzione all’educazione e agli stili di vita improntati a un’ecologia integrale, capace di assumere una visione di ricerca onesta e di dialogo aperto dove si intrecciano tra di loro le varie dimensioni dell’Accordo di Parigi». Quest’ultimo, ricorda Francesco nel messaggio, ci «richiama alla grave responsabilità ad agire senza indugio, in maniera quanto più libera possibile da pressioni politiche ed economiche, superando gli interessi e i comportamenti particolari». Per il Papa si tratta, in concreto, di far propagare una «coscienza responsabile» verso la nostra casa comune «attraverso il contributo di tutti, nell’esplicitazione delle differenti forme di azione e di partenariato tra i vari stakeholders, alcune delle quali non mancano di mettere in luce l’ingegno dell’essere umano in favore del bene comune».

16 novembre 2017