Francesco: contro il chiacchiericcio, «morditi la lingua»

Il Papa in visita a San Crispino da Viterbo, ha incontrato per primi i bambini e i ragazzi della comunità del Labaro; quindi ha confessato e ha presieduto la Messa

La gioia e l’entusiasmo dei bambini, la commozione degli anziani, dei malati e dei disabili, l’incredulità dei senza fissa dimora e degli indigenti diventati protagonisti per un giorno. Un caleidoscopio di emozioni per la 19° visita pastorale di Papa Francesco che nel pomeriggio di ieri, domenica 3 marzo, si è recato nella parrocchia San Crispino da Viterbo in zona Labaro, periferia nord di Roma. Al suo arrivo, quindici minuti prima delle 16, Bergoglio ha trovato ad attenderlo molti fedeli in fila dietro le transenne già dalle 13.30 sperando di poterlo vedere da vicino e di scattargli qualche fotografia. Un grande striscione con la scritta “Benvenuto Papa Francesco” campeggiava sul portale della chiesa mentre alcuni bambini di varie nazionalità che frequentano le attività della Comunità di Sant’Egidio reggevano uno striscione bianco con la scritta rossa a caratteri cubitali “Papa Francesco la Scuola della pace ti vuole bene”.

Giunto in via Offanengo, dove si è intrattenuto per circa tre ore, il Papa è stato accolto dal cardinale vicario Angelo De Donatis, da monsignor Guerino Di Tora, vescovo ausiliare per il settore Nord, dal parroco don Luciano Cacciamani e dal vice parroco don Andrea Lamonaca. La prima parte della visita è stata privata. Prima tappa: l’incontro con ottanta bambini che frequentano il catechismo in preparazione alla comunione e alla cresima, con i ragazzi dei gruppi di post-cresima e dell’oratorio e i rispettivi catechisti. I più piccoli, dopo aver intonato un canto, hanno letto una lettera mentre quattro adolescenti gli hanno rivolto delle domande sulle loro esperienze quotidiane. «Vedo che Gesù è tra voi, che voi avete aperto il cuore a Gesù e Gesù viene da voi», ha detto Bergoglio esprimendo la sua gioia di trovarsi tra i ragazzi. Li ha quindi invitati a pregare per prendere le giuste decisioni nella vita e ha parlato loro dell’esistenza del diavolo e dei suoi pericoli. A chi gli chiedeva consigli per crescere nella fede ha detto di non fare della cresima il sacramento dell’addio alla parrocchia.

In una sala attigua ha incontrato poi i genitori dei bambini che hanno ricevuto o stanno per ricevere il battesimo. Tra loro Arianna e Ivan con i figli Mia di 5 anni e Mattia di un anno. La piccola ha consegnato al Papa un disegno raffigurante se stessa con Francesco e Gesù. «Mi ha detto che disegno molto bene e mi ha chiesto di pregare per lui», ha raccontato la bambina. Ad Arianna e Ivan il Papa ha invece rivolto un ringraziamento per il “mestiere” di genitori che svolgono nel quotidiano. A seguire, l’abbraccio con i senza dimora e gli indigenti assistiti dalla Caritas parrocchiale e dalla Comunità di Sant’Egidio. Un chiaro invito all’inclusione, come ha spiegato il cardinale vicario Angelo De Donatis. «La caratteristica di questa parrocchia è l’accoglienza», ha detto, e la visita «una sorpresa inaspettata per la comunità»; quindi ha voluto porre l’accento proprio sul concetto di Chiesa in uscita, una «Chiesa che deve sentirsi un unico Corpo non separato».

 

 

 

 

Dopo aver confessato alcuni parrocchiani, il pontefice ha presieduto la celebrazione eucaristica e durante l’omelia è tornato a mettere in guardia sulla pericolosità del “chiacchiericcio”, capace di distruggere come «una bomba atomica». Un monito che Francesco rivolge spesso ai fedeli. Partendo dall’interrogativo di Gesù riportato nel Vangelo di Luca – «perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo?» -, il Papa ha rimarcato che «il chiacchiericcio semina discordia e inimicizia». I pettegolezzi, ha avvertito, possono innescare le guerre in famiglia, sul posto di lavoro, tra le comunità parrocchiali. «È un passo verso la guerra, una distruzione – ha proseguito -. La lingua ha il potere di distruggere come una bomba atomica». Per questo motivo, ha affermato spiegando il senso delle parole di Gesù, «prima di sparlare degli altri, prendi uno specchio e guarda te stesso; guarda i tuoi difetti e vergognati di averne. E così diventerai muto sui difetti degli altri». L’antidoto migliore per non dare vita ai pettegolezzi che non risolvono nulla è parlare «in faccia, non alle spalle, non da dietro».

A pochi giorni dall’inizio della Quaresima, Bergoglio ha invitato i fedeli a riflettere sul proprio comportamento verso il prossimo. «Se alla fine della Quaresima saremo stati capaci di correggere un po’ la nostra condotta e non andare sempre criticando gli altri da dietro, vi assicuro che la risurrezione di Gesù si vedrà più bella, più grande tra noi». Ha quindi suggerito due medicine per correggere i propri atteggiamenti. In primo luogo la preghiera; poi, «quando tu senti la voglia di sparlare di qualcuno, morditi la lingua. Forte! Perché così si gonfierà la lingua e non potrai parlare», ha detto suscitando l’applauso dei presenti. Il parroco don Luciano Cacciamani dopo aver ringraziato il Papa per la sua visita gli ha donato un quadro dell’artista Meo Carbone, dedicato al tema dell’immigrazione, con al centro raffigurati i nonni di Bergoglio.

4 marzo 2019