Francesco: «Continuiamo a pregare per i popoli in guerra»

L’appello al termine dell’Angelus, in particolare per Ucraina e Medio Oriente, il ricordo della Giornata per la vita e quello della Giornata contro la tratta, l’8 febbraio

«Continuiamo a pregare per le popolazioni che soffrono per la guerra, specialmente in Ucraina, in Palestina e in Israele». Al termine dell’Angelus di ieri, 4 febbraio, Papa Francesco ha rinnovato il suo invito a «pregare per la pace, alla quale il mondo tanto anela e che, oggi più che mai, è messa a rischio in molti luoghi. Essa – ha aggiunto – non è una responsabilità di pochi, ma dell’intera famiglia umana: cooperiamo tutti a costruirla con gesti di compassione e coraggio!».

Dal pontefice anche l’augurio ai «milioni di famiglie» che il prossimo 10 febbraio, «in Asia orientale e in diverse parti del mondo» celebreranno il capodanno lunare. «Giunga loro il mio cordiale saluto, con l’augurio che questa festa sia occasione per vivere relazioni di affetto e gesti di attenzione, che contribuiscano a creare una società solidale e fraterna, dove ogni persona sia riconosciuta e accolta nella sua inalienabile dignità», le sue parole.

Ancora, il Papa si è unito ai vescovi italiani, in occasione della Giornata per la vita, «nell’auspicare il superamento di visioni ideologiche per riscoprire che ogni vita umana, anche quella più segnata da limiti, ha un valore immenso ed è capace di donare qualcosa agli altri». Quindi ha salutato i giovani di tanti Paesi arrivati a Roma per la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta, che si celebrerà l’8 febbraio prossimo, memoria di Santa Giuseppina Bakhita, la suora sudanese ridotta in schiavitù da ragazza. «Anche oggi tanti fratelli e sorelle vengono ingannati con false promesse e poi sottoposti a sfruttamenti e abusi – la denuncia di Bergoglio -. Uniamoci tutti per contrastare il drammatico fenomeno globale della tratta di persone umane».

Da ultimo, la preghiera «per i morti e feriti dei devastanti incendi che hanno colpito il centro del Cile».

5 febbraio 2024