Francesco: «Continuiamo a parlare di pace a chi vuole la guerra»

In San Pietro la Messa nella solennità di Pentecoste, concelebrata da 258 tra cardinali, vescovi e sacerdoti. «Abbiamo bisogno di speranza, di alzare gli occhi su orizzonti di pace, di fratellanza, di giustizia e di solidarietà. È l’unica via della vita»

Con la forza effusa dallo Spirito Santo è possibile non arrendersi alla logica del mondo e continuare «a parlare di pace a chi vuole la guerra, di perdono a chi semina vendetta, di accoglienza e solidarietà a chi sbarra le porte ed erige barriere; a parlare di vita a chi sceglie la morte, di rispetto a chi ama umiliare, insultare e scartare; a parlare di fedeltà a chi rifiuta ogni legame, confondendo la libertà con un individualismo superficiale, opaco e vuoto. Senza lasciarsi intimorire dalle difficoltà, né dalle derisioni, né dalle opposizioni che, oggi come ieri, non mancano mai nella vita apostolica». Nella solennità di Pentecoste Papa Francesco ha ricordato ai fedeli che in virtù dello Spirito Santo, ricevuto in dono con il battesimo e la confermazione, sono chiamati ad essere artigiani di pace in un mondo frammentato da divisioni e conflitti.

Nel giorno in cui si celebra la nascita della Chiesa nella sua concretezza, Bergoglio ha presieduto la Messa nella basilica di San Pietro, concelebrata da 258 tra cardinali, vescovi e sacerdoti. Dall’altare della Confessione ha esortato a essere portatori di speranza, che non va confusa con l’ottimismo. «Abbiamo bisogno di speranza – ha detto -. La speranza la si raffigura come un’ancora, lì, alla riva, e noi, aggrappati alla corda, verso la speranza. Abbiamo bisogno di speranza, abbiamo bisogno di alzare gli occhi su orizzonti di pace, di fratellanza, di giustizia e di solidarietà. È questa l’unica via della vita, non ce n’è un’altra». Una strada percorribile con l’aiuto dello Spirito Santo che è al tempo stesso forte e gentile.

Senza la sua forza, ha spiegato il vescovo di Roma, «non riusciremmo mai a sconfiggere il male, né a vincere i desideri della carne di cui parla san Paolo», a vincere tentazioni come l’impurità, l’idolatria, i contrasti e le invidie che generano discordia e divisione. Una forza che sostiene nell’evangelizzazione, continuato Francesco, spronando ad andare «ad annunciare il Vangelo a tutti, dal “cenacolo” della basilica sempre oltre, non solo in senso geografico, ma anche al di là delle barriere etniche e religiose, per una missione veramente universale». Avendo ben chiaro, però, che il cristiano non si impone con prepotenza, con astuzia o per proprio tornaconto. «La sua forza è lo Spirito», dal quale scaturisce anche la gentilezza, per un annuncio rivolto a ogni uomo. «Non dimentichiamo questo: tutti, tutti, tutti – ha ripetuto con vigore e a braccio il pontefice -. Non dimentichiamo quella parabola degli invitati che non sono voluti andare alla festa: “Andate agli incroci delle strade e portate tutti, tutti, tutti, buoni e cattivi, tutti”. Lo Spirito ci dà la forza per andare avanti e chiamare tutti con gentilezza, ci dà la gentilezza di accogliere tutti».

Al termine della Messa – che ha visto celebrante all’altare il cardinale Arthur Roche, prefetto del dicastero per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti – il Papa ha lasciato la basilica percorrendo la navata centrale e salutando i tantissimi fedeli presenti. Molti altri hanno assistito alla liturgia dai maxischermi installati in piazza San Pietro in attesa della recita del Regina Coeli, durante la quale Bergoglio è tornato ad appellarsi alla pace. Ha implorato l’intercessione dello Spirito Santo «perché crei armonia nei cuori, armonia nelle famiglie, armonia nella società, armonia nel mondo intero»; ha pregato affinché «lo Spirito faccia crescere la comunione e la fraternità tra i cristiani delle diverse confessioni, doni ai governanti il coraggio di compiere gesti di dialogo che conducano a porre fine alle guerre – ha proseguito -. Le tante guerre di oggi: pensiamo all’Ucraina – il mio pensiero va in particolare alla città di Kharkiv che ha subito un attacco due giorni fa -; pensiamo alla Terra Santa, alla Palestina, a Israele; pensiamo a tanti posti dove ci sono le guerre. Che lo Spirito porti i responsabili delle nazioni e tutti noi ad aprire porte di pace».

20 maggio 2024