Francesco: «Chiamati a essere scrittori viventi del Vangelo»

Il Papa ha celebrato in piazza San Pietro la Festa della Divina Misericordia: «Chiediamo la grazia di essere noi stessi misericordiosi»

Il Papa ha celebrato in piazza San Pietro la Festa della Divina Misericordia: «Chiediamo la grazia di essere noi stessi misericordiosi» 

Invita i fedeli a «diventare scrittori viventi del Vangelo della misericordia» e pensa «alle popolazioni che più hanno sete di riconciliazione e di pace», come quella dell’Ucraina per la quale, domenica 24 aprile, «avrà luogo una speciale colletta in tutte le chiese cattoliche d’Europa». Così papa Francesco durante la Messa officiata ieri, 3 aprile, in piazza San Pietro, per la seconda domenica di Pasqua, Festa della Divina Misericordia istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 2000, a conclusione dei tre giorni di celebrazioni del Giubileo di quanti aderiscono alla Spiritualità della Divina Misericordia, culto legato a santa suor Faustina Kowalska.

Un week end particolarmente suggestivo grazie anche alla coincidenza dell’anniversario della morte di papa Wojtyla il 2 aprile 2005. Sono stati 65.000, secondo la questura di Roma, i pellegrini arrivati da ogni parte del mondo in occasione del Giubileo. La maggior parte ha partecipato alla Messa a San Pietro e con grande entusiasmo ha salutato il papa durante il lungo giro della piazza fatto al termine della celebrazione a bordo della papamobile. Francesco ha salutato e benedetto tutti e ha chiesto agli uomini della sicurezza di sollevare un bambino in carrozzina per poterlo abbracciare.

«Il Vangelo è il libro della misericordia di Dio, da leggere e rileggere – ha detto il Papa -. Non tutto, però, è stato scritto; rimane un libro aperto, dove continuare a scrivere i segni dei discepoli di Cristo, gesti concreti di amore, che sono la testimonianza migliore della misericordia». Può farlo ogni uomo «mettendo in pratica le opere di misericordia corporale e spirituale, che sono lo stile di vita del cristiano». Non c’è bisogno di grandi imprese ma con «gesti semplici e forti, a volte perfino invisibili, possiamo visitare quanti sono nel bisogno, portando la tenerezza e la consolazione di Dio».

Papa Bergoglio sottolinea che la misericordia di Dio «non si ferma a distanza: desidera venire incontro a tutte le povertà e liberare dalle tante forme di schiavitù che affliggono il nostro mondo. Essere apostoli di misericordia significa toccare e accarezzare le Sue piaghe, presenti anche oggi nel corpo e nell’anima di tanti Suoi fratelli e sorelle». «È questa la missione che ci viene affidata – prosegue -. Tante persone chiedono di essere ascoltate e comprese. Il Vangelo della misericordia, da annunciare e scrivere nella vita, cerca persone con il cuore paziente e aperto, “buoni samaritani” che conoscono la compassione e il silenzio dinanzi al mistero del fratello e della sorella; domanda servi generosi e gioiosi, che amano gratuitamente senza pretendere nulla in cambio».

Anche per questo motivo il Papa invita i fedeli a chiedere la grazie «di essere noi stessi misericordiosi, per diffondere ovunque la forza del Vangelo, per scrivere quelle pagine del Vangelo che l’apostolo Giovanni non ha scritto». Prima della recita del Regina Coeli, la preghiera che sostituisce l’Angelus in tempo di Pasqua, il Pontefice rivolge un pensiero particolare alle popolazioni che patiscono le conseguenze della violenza in Ucraina: «di quanti rimangono nelle terre sconvolte dalle ostilità che hanno causato già varie migliaia di morti, e di quanti – più di un milione – sono stati spinti a lasciarle dalla grave situazione che perdura. Ad essere coinvolti sono soprattutto anziani e bambini. Oltre ad accompagnarli con il mio costante pensiero e con la mia preghiera, ho deciso di promuovere un sostegno umanitario in loro favore» ha detto parlando della colletta che si terrà il 24 aprile, un gesto di carità che «oltre ad alleviare le sofferenze materiali, vuole esprimere la vicinanza e la solidarietà mia personale e dell’intera Chiesa. Auspico vivamente che esso possa aiutare a promuovere senza ulteriori indugi la pace e il rispetto del diritto in quella terra tanto provata».

Ha infine ricordato che oggi, lunedì 4 aprile, ricorre la Giornata Mondiale contro le mine anti-uomo: «troppe persone continuano ad essere uccise o mutilate da queste terribili armi, e uomini e donne coraggiosi rischiano la vita per bonificare i terreni minati. Rinnoviamo, per favore, l’impegno per un mondo senza mine!».

4 aprile 2016