Francesco celebra con i migranti

Il 29 settembre la Giornata mondiale con le comunità etniche. Monsignor Felicolo (Migrantes): «La paura ci fa vedere l'altro come un problema e non come una risorsa»

Non lasciare indietro nessuno, esercitare la carità per mettere gli ultimi al primo posto e adoperarsi a costruire insieme il Regno di Dio. Questi gli impegni in vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato sul tema “Non si tratta solo di migranti”, che Papa Francesco celebra domenica 29 settembre con una Messa in piazza San Pietro alle 10.30 con le comunità etniche presenti in città.

Istituita nel 1914, pochi mesi prima dello scoppio della prima guerra mondiale, per la prima volta la Giornata si terrà nell’ultima domenica di settembre su richiesta di varie Conferenze episcopali. Fino allo scorso anno infatti per volere di san Giovanni Paolo II si celebrava la seconda domenica dopo l’Epifania. Fu Papa Pio X il primo a chiedere ai cristiani di pregare per i migranti perché scosso dal dramma di milioni di italiani emigrati all’estero. Il suo successore, Benedetto XV, istituì la Giornata del migrante per sostenere spiritualmente ed economicamente le opere pastorali destinate agli italiani residenti in altri Paesi.

Con l’avvicinarsi del 29 settembre cresce il lavoro nell’Ufficio diocesano per la pastorale delle migrazioni (Migrantes). «Sarà una giornata di festa e ci stiamo mobilitando per stringerci intorno al Papa che non perde occasione per dimostrare vicinanza e sostegno verso tutta la realtà del mondo migrante – afferma il direttore monsignor Pierpaolo Felicolo -. I migranti avvertono questa attenzione e per questo sono molto legati a Francesco». Analizzando i contenuti del messaggio di Bergoglio pubblicato per l’occasione, il sacerdote si è detto innanzitutto colpito dal titolo. ”Non si tratta solo di migranti”, spiega,
vuol far comprendere che «adoperarsi e prendersi cura dei cittadini stranieri significa crescere insieme. Io credo che oggi molte persone abbiano a cuore i migranti, le loro storie e la loro condizione ma non lo manifestano palesemente solo per conformarsi alla massa molto critica su questo tema perché condizionata dal demone della paura che ci fa guardare l’altro come un problema e non come una risorsa».

Uno dei passaggi chiave del messaggio, per Felicolo, è l’impegno che deve assumere ogni cristiano a costruire il Regno di Dio lottando contro «le forze contrarie come le guerre, le sofferenze, le ingiustizie e le discriminazioni che si abbattono sempre sui più deboli». Entrando nell’attualità, il direttore dell’Ufficio Migrantes spiega che di fronte all’emergenza «l’accoglienza deve necessariamente riguardare tutta l’Europa e non soltanto l’Italia. Non è possibile lasciare in condizioni precarie in mezzo al mare gente che fugge proprio da violenze e miseria. Siamo chiamati a cercare una soluzione tutti insieme». Durante l’anno l’Ufficio diocesano, oltre a coordinare il lavoro pastorale delle comunità etniche, organizza varie iniziative per l’integrazione come la Festa dei Popoli, che nel 2020 avrà un appuntamento speciale. «Le prefetture dove sono presenti comunità etniche e centri per i migranti – conclude Felicolo – coinvolgeranno i migranti nella veglia di Pentecoste per consolidare il cammino d’integrazione e di conoscenza reciproca».

25 settembre 2019