«Sono profondamente turbato dall’attuale situazione mondiale, in cui, nonostante gli strumenti a disposizione della comunità internazionale, si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace in Siria e in altre regioni del mondo». Al termine della preghiera del Regina Coeli di ieri, 15 aprile, Papa Francesco ha espresso davanti ai 50mila fedeli riuniti in piazza San Pietro la sua preoccupazione per il rischio di escalation militare legato al conflitto siriano. «Mentre prego incessantemente per la pace, e invito tutte le persone di buona volontà a continuare a fare altrettanto – le parole del pontefice -, mi appello nuovamente a tutti i responsabili politici, perché prevalgano la giustizia e la pace».

Rivolgendo il suo sguardo di pastore a un altro angolo di mondo, Francesco ha detto anche di aver ricevuto «con dolore la notizia dell’uccisione dei tre uomini rapiti alla fine di marzo al confine tra Ecuador e Colombia. Prego per loro e per i loro familiari – ha assicurato – e sono vicino al caro popolo ecuadoriano, incoraggiandolo ad andare avanti unito e pacifico, con l’aiuto del Signore e della sua Santissima Madre». Ancora, nelle parole del Papa anche il ricordo delle persone «come Vincent Lambert, in Francia, il piccolo Alfie Evans, in Inghilterra, e altre in diversi Paesi, che vivono, a volte da lungo tempo, in stato di grave infermità, assistite medicalmente per i bisogni primari». Le loro, ha affermato, sono situazioni «delicate, molto dolorose e complesse»; quindi ha esortato a pregare «perché ogni malato sia sempre rispettato nella sua dignità e curato in modo adatto alla sua condizione, con l’apporto concorde dei familiari, dei medici e degli altri operatori sanitari, con grande rispetto per la vita».

16 aprile 2018