Francesco all’Ostello Caritas: «Cercare Dio tra i poveri»
La celebrazione a via Marsala, con l’apertura della Porta Santa della Carità. «Lo Spirito apra il cuore dei romani. La strada della salvezza è quella dell’umiltà»
La celebrazione a via Marsala, con l’apertura della Porta Santa della Carità. «Lo Spirito apra il cuore dei romani. La strada della salvezza è quella dell’umiltà»
«Apritemi le porte della giustizia», ha invocato Papa Francesco prima di varcare la Porta Santa della Carità venerdì pomeriggio, 18 dicembre, all’ostello Don Luigi Di Liegro e alla mensa San Giovanni Paolo II della Caritas diocesana di Roma. Il pontefice, dopo Bangui e le due basiliche romane di San Pietro e San Giovanni, ha scelto come Porta della Carità quella a cui ogni sera bussano settecento persone: i poveri, che non chiedono solo un pasto o un letto ma domandano diritti, dignità e giustizia. Il Santo Padre è stato accolto dal direttore della Caritas, monsignor Enrico Feroci, e dai tre sacerdoti che collaborano con l’organismo diocesano: Giorgio Gabrielli, Danilo Priori e Donato Palminteri. A concelebrare anche il novantaseienne don Tommaso Fanti.
In processione – accompagnato da quattro ospiti accolti nei centri per senza dimora che portavano la croce, il messale e i candelieri – il Papa ha attraversato il piazzale dell’ostello, sostando sotto la riproduzione dell’immagine del “Ritorno del figliol prodigo” di Rembrandt dove ha iniziato il rito, per giungere alla mensa oltrepassando la Porta Santa con il mosaico realizzato dal gesuita padre Marko Ivan Rupnik e raffigurante il logo del Giubileo. Ad attendere il Pontefice erano 200 ospiti in rappresentanza di tutti i servizi di accoglienza della Caritas diocesana. Altri 500, insieme a volontari e operatori, si trovavano nel piazzale esterno. La liturgia è stata animata dai residenti dell’ostello, delle case famiglia di Villa Glori e dei centri di accoglienza per rifugiati.
«Dio – ha detto il Papa nell’omelia – viene a salvarci e non trova miglior maniera per farlo che camminare con noi. Nel momento di scegliere il modo in cui salvarci, lui non sceglie una grande città e un grande impero, non una principessa o una contessa come madre. Non un palazzo di lusso». Dio ha scelto Maria, «una ragazzina», ha scelto «un villaggio perduto nelle periferie dell’Impero Romano», «Giuseppe, un ragazzo che amava e voleva sposare Maria, un falegname che guadagnava il pane». E ha scelto «il rifiuto», perché Giuseppe e Maria «erano fidanzati» e quando Maria rimase incinta, «in un villaggio così piccolo», con le «chiacchiere» che «vanno in giro…», furono costretti a fare tutto «di nascosto», «con umiltà».
«Così – ha proseguito Francesco – è Dio fra noi: se tu vuoi trovare Dio, cercalo nell’umiltà, nella povertà, dove lui è nascosto; nei più bisognosi, nei malati, negli affamati, nei carcerati». Il pontefice ha poi attualizzato il passo dell’evangelista Matteo, scritto anche sulle pareti della mensa. «Gesù – ha detto – quando ci predica la vita, ci dice come sarà il nostro giudizio. Non dirà: “Vieni con me perché hai fatto tante belle offerte alla Chiesa, sei un benefattore, vieni al cielo”. L’entrata al cielo non si paga con i soldi. Non dirà: “Tu sei molto importante, hai studiato tanto, hai avuto tante onorificenze”. Gesù, “per aprirci la porta del cielo”, ci dirà “ero affamato e mi hai dato da mangiare, ero senza tetto e mi hai dato una casa, ero ammalato e sei venuto a visitarmi, ero in carcere e sei venuto a trovarmi”. Gesù è nell’umiltà».
«L’amore di Gesù è grande – ha continuato il Papa -. Nell’aprire questa Porta Santa, vorrei che lo Spirito Santo aprisse il cuore di tutti i romani, facesse vedere loro qual è la strada della salvezza. Non c’è lusso, non c’è la strada delle grandi ricchezze, non c’è la strada del potere: è la strada dell’umiltà. I più poveri, gli ammalati, i carcerati». Gli «scartati dalla società», li ha definiti il pontefice, che ha aggiunto: «Questa porta, che è la porta della carità, dove sono assistiti tanti “scartati”, ci faccia capire anche che sarebbe bello che ognuno di noi, ognuno dei romani, si sentisse scartato, e sentisse il bisogno dell’aiuto di Dio».
21 dicembre 2015