Francesco ai nuovi sacerdoti: «Siate misericordiosi»

A San Pietro dieci ordinazioni. Il Papa: «Eletti dal Signore non per fare carriera ma per essere pastori del popolo di Dio». L’invito a visitare i malati

A San Pietro dieci ordinazioni. Il Papa: «Eletti dal Signore non per fare carriera ma per essere pastori del popolo di Dio». L’invito a visitare i malati 

«I sacerdoti sono stati eletti dal Signore Gesù non per fare carriera ma per fare questo servizio, non per essere signori e chierici di Stato ma pastori del popolo di Dio e, per favore, vi chiedo in nome di Cristo e della Chiesa, di essere sempre misericordiosi». È un prezioso vademecum per essere un buon sacerdote quello stilato da Papa Francesco che ieri, domenica 7 maggio, ha celebrato, nella basilica di San Pietro, la Messa solenne durante la quale ha ordinato dieci nuovi sacerdoti.

 Quattro provengono dal Pontificio Seminario Romano Maggiore: Dario Loi, il più giovane, 26 anni, originario di Bologna e i tre romani, Mattia Pica, Andreas Biancucci e Gabriele Vecchione rispettivamente di 27, 28, 29 anni. Due, invece, hanno studiato nel Collegio diocesano missionario di Roma “Redemptoris Mater”: Rolando Francesco Rizzuto, nato a Cosenza 28 anni fa, e Alfonso Torre Elias, 38 anni, nato a Città del Messico. Altri quattro diaconi sono stati aggregati: Andrea Bonfanti, 38 anni, della provincia di Lecco, che si è formato nella Congregazione dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia; Octavio Angel Jímenez Bello, della Famiglia dei Discepoli, nato a Flor de Cantu, in Perù, 34 anni fa; David Behbud Mustafayev, 35 anni, della Prefettura apostolica dell’Azerbaigian, e il 28enne Aniello Nappo, della diocesi di Nocera Inferiore– Sarno.

Con il Pontefice hanno concelebrato: il cardinale vicario Agostino Vallini, il vicegerente Filippo Iannone, i vescovi ausiliari, i superiori dei seminari interessati e i parroci degli ordinandi. Nella IV domenica di Pasqua detta del “Buon pastore”, 54° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, Francesco più volte interrompe la rituale omelia prevista nel Pontificale romano per fare delle raccomandazioni a braccio, a partire dalla predicazione che deve essere fatta «in modo semplice come parlava il Signore che arrivava al cuore. Non pronunciate omelie troppo intellettuali, elaborate, parlate ai cuori e questa predica sarà vero nutrimento».

Per il Santo Padre la Parola da sola non basta, deve essere accompagnata dalla testimonianza altrimenti «meglio tornare indietro. La doppia vita – ha sostenuto – è una malattia brutta nella Chiesa». Così come non è sufficiente avere molti titoli di studio: «un presbitero che ha studiato tanta teologia e conseguito più lauree ma non ha imparato a portare la croce di Cristo non serve – ha ammonito il Pontefice – Sarà un buon accademico, un bravo professore ma non un sacerdote». Da Francesco l’accorata richiesta di essere misericordiosi nel confessionale, di non caricare sulle spalle dei fedeli pesi superiori alle loro forze, «neppure voi potete farlo», ha precisato facendo riferimento al passo del Vangelo in cui Gesù rimprovera e chiama ipocriti i dottori della legge.

Altro dovere di un buon pastore è quello di visitare gli ammalati, compito «forse noioso e doloroso» ma, per Bergoglio, toccare un ammalato significa «toccare la carne di Cristo sofferente e questo vi santifica e vi avvicina a Gesù». E poi l’invito ad essere sempre «gioiosi, mai tristi, con la gioia del servizio di Cristo, anche tra le sofferenze, le incomprensioni, i propri peccati». La liturgia per le ordinazioni presbiteriali offre momenti di forte emozione: primo fra tutti l’«eccomi» pronunciato da ogni ordinando seguito dal «sì, lo voglio» a suggellare l’impegno di assolvere i compiti indicati dal Pontefice; la prostrazione ai piedi dell’altare in segno di umiltà e di consegna totale della propria vita a Dio mentre il coro intona le litanie dei Santi; l’imposizione delle mani da parte del Papa e successivamente di alcuni presbiteri, la vestizione della casula, l’unzione delle mani con il sacro crisma e, infine, la consegna della patena e del calice. Quattro dei novelli sacerdoti, invitati da Papa Francesco, si sono affacciati alla finestra del Palazzo Apostolico per la recita del Regina Coeli, impartendo la benedizione con il Santo Padre ai fedeli radunati in piazza San Pietro.

8 maggio 2017