Francesco ai Luterani: «Il Signore ci aiuti a camminare insieme»

La visita alla Chiesa evangelica luterana di via Sicilia. «Ci sono stati brutti tempi tra noi. Dobbiamo chiederci perdono per lo scandalo della divisione»

La visita del Papa alla Chiesa evangelica luterana di via Sicilia. «Ci sono stati brutti tempi tra noi. Dobbiamo chiederci perdono per lo scandalo della divisione»

Campane suonate a festa, un lungo applauso, i volti gioiosi di grandi e bambini. Così Papa Francesco è stato accolto ieri pomeriggio, domenica 15 novembre, nella Chiesa Evangelica Luterana di via Sicilia. Il pontefice è stato ricevuto con il cardinale vicario Agostino Vallini dal pastore Jeans-Martin Kruse: in chiesa c’erano, tra gli altri, il cardinale Walter Kasper, l’ambasciatore tedesco presso la Santa Sede Annette Schavan, il vescovo Josef Clemens. «I volti radiosi che vede qui – ha detto il pastore luterano – esprimono meglio di ogni parola quanto lei sia benvenuto tra noi e quanto ci rallegriamo di questa sua visita. Ma il nostro pensiero oggi va a Parigi e tutta la nostra compassione è per le vittime: confidiamo che Gesù ha vinto il mondo e perciò non ci facciamo condizionare dalla paura». Nei fatti che hanno sconvolto Parigi, ha osservato Francesco rispondendo ad alcune domande dei presenti, «il cuore era chiuso. E anche il nome di Dio a volte viene usato per chiudere il cuore».

Francesco è il terzo Papa che fa visita alla comunità Luterana di Roma. Il primo, nel 1983, fu Giovanni Paolo II; poi nel 2010 Benedetto XVI. Per Kruse l’incontro evidenzia che «l’unità non è un futuro lontano» e alla base di questo cammino verso l’unità della cristianità ci sono «il dialogo e la preghiera». Un dialogo che Francesco ha aperto subito con la comunità luterana, che a Roma conta circa 500 fedeli, rispondendo ad alcune domande.

«La cosa che mi piace di più nell’essere Papa è fare il parroco – ha detto a Julius, di nove anni -. Stare con i bambini, parlare con loro, perché da loro s’impara tanto. Non mi piace molto il lavoro di ufficio, ma devo farlo. Mi piaceva insegnare il catechismo ai bambini e la domenica celebrare la Messa con loro. Mi piace fare il Papa con lo stile del parroco. Mi sento bene quando visito gli ammalati, quando parlo con le persone tristi e disperate e mi piace anche andare in carcere. Ma no che mi portino in galera! – ha aggiunto ridendo -. Ogni volta che entro in un carcere mi domando: “Perchè loro sì e io no?” Ed è lì che sento la salvezza di Gesù Cristo: è Lui che mi ha salvato e mi ha preso per mano. Se un Papa non fa il parroco, il vescovo, il pastore, sarà una persona importante e intelligente, ma non penso che nel suo cuore possa essere felice».

Il pontefice ha lasciato in sospeso la domanda di Anke de Bernardinis, sposata con un cattolico italiano che gli chiedeva cosa dovevano fare per partecipare insieme alla Comunione. «Non è semplice rispondere, soprattutto davanti ad un teologo come il cardinale Kasper. Ho paura – ha scherzato il Papa -: la vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni. Fate riferimento al battesimo. Quando voi pregate insieme, quel battesimo cresce e quando insegnate ai vostri figli chi è e da dove viene Gesù, è lo stesso sia in “lingua” luterana sia cattolica. C’è un solo battesimo, un solo Signore, una sola fede. Parlate con il Signore e andate avanti».

Gertrud Wiedmer, tesoriera della comunità e impegnata nel progetto “Orsacchiotto”, che sostiene 80 madri nord africane con figli, ha chiesto cosa possono fare come cristiani affinché le persone non si rassegnino o non erigano nuovi muri. «Fate l’ultimo – ha detto il papa – Lavate i piedi. Lui ha dato l’esempio. Servizio agli altri. Servizio ai fratelli, alle sorelle. Servizio ai più bisognosi».

Durante la funzione è stato letto il brano del Vangelo sul giudizio finale (Matteo 25, 31-46). «Il giorno del giudizio – ha detto il Papa facendo l’omelia a braccio – noi, luterani e cattolici, da che lato saremo? A destra o a sinistra? Ci sono stati tempi brutti fra noi, delle persecuzioni: pensate ai tanti che sono stati bruciati vivi. Dobbiamo chiederci perdono per quello scandalo della divisione. A me piace chiedere al Signore – ha continuato – che ci aiuti a camminare insieme. Un vostro grande teologo ha detto che c’è l’ora della diversità riconciliata nel Signore, quel Dio che è venuto da noi per servire e non per essere servito».

Al termine dell’incontro al Papa è stata donata una corona dell’Avvento con le quattro candele e un poster realizzato con le impronte dei bambini della comunità. Il Papa ha invece donato un Calice al pastore Kruse.

16 novembre 2015