Francesco ai giovani: «Come Maria, potete migliorare il mondo»

Presentata con un video, oltre che con il Messaggio, la prossima Gmg, nelle diocesi il 9 aprile. Il tema: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”

Presentata con un video, oltre che con il Messaggio, la prossima Gmg, che si celebra nelle diocesi il 9 aprile. Il tema: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”

Ha scelto un videomessaggio, Papa Francesco, per presentare ai giovani di tutto il mondo la prossima Giornata mondiale della gioventù, che si celebra il 9 aprile, Domenica delle Palme, in tutte le diocesi, invitandoli a intraprendere il cammino di preparazione spirituale che li condurrà alla prossima celebrazione internazionale della Gmg, a Panama dal 22 al 27 gennaio 2019. “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”: questo il tema dell’evento mondiale, tratto dal capitolo 1 del Vangelo di Luca. «Come la giovane di Nazareth – dice il pontefice, rivolgendosi direttamente ai ragazzi -, potete migliorare il mondo, per lasciare un’impronta che segni la storia, quella vostra e di molti altri. Con il vostro approccio, con il coraggio che avete, con i vostri sogni e ideali, cadono i muri dell’immobilismo e si aprono strade che ci portano a un mondo migliore, più giusto, meno crudele e più umano».

Nel video il pontefice riprende anche alcune delle tematiche trattate nel Messaggio, che dà il tema alla Gmg. A cominciare dalla «grande sintonia tra il percorso verso la Gmg di Panama e il cammino del Sinodo», che si celebrerà nell’ottobre 2018 proprio sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Nel testo, poi, esordisce citando il «meraviglioso incontro» di Cracovia, «dove abbiamo celebrato insieme la XXXI Giornata mondiale della gioventù e il Giubileo dei giovani, nel contesto dell’Anno Santo della Misericordia. Ci siamo lasciati guidare da san Giovanni Paolo II e santa Faustina Kowalska, apostoli della divina misericordia, per dare una risposta concreta alle sfide del nostro tempo – annota -. Abbiamo vissuto una forte esperienza di fraternità e di gioia, e abbiamo dato al mondo un segno di speranza».

Come sfogliando un album di ricordi, Francesco riporta alla mente «le bandiere e le lingue diverse», che «non erano motivo di contesa e divisione, ma occasione per aprire le porte dei cuori, per costruire ponti». E già la prospettiva va a Panama 2019: il nuovo tratto dell’itinerario di preparazione, al cui centro c’è la figura di Maria, riflette, «si ricollega al precedente, che era centrato sulle Beatitudini, ma ci spinge ad andare avanti». E il modello è proprio Maria, che «non è una giovane-divano», osserva citando il discorso pronunciato nella veglia della Gmg di Cracovia, il 30 luglio scorso, a proposito del suo peregrinare verso la casa della cugina Elisabetta. «È una preghiera rivoluzionaria, quella di Maria: il canto di una giovane piena di fede, consapevole dei suoi limiti ma fiduciosa nella misericordia divina». È il Magnificat, che «ci aiuta a capire la misericordia del Signore come motore della storia, sia di quella personale di ciascuno di noi sia dell’intera umanità»: le “grandi cose” che l’Onnipotente ha fatto nell’esistenza di Maria «ci parlano anche del nostro viaggio nella vita, che non è un vagabondare senza senso ma un pellegrinaggio che, pur con tutte le sue incertezze e sofferenze, può trovare in Dio la sua pienezza. Come la giovane Maria – scrive il Papa -, potete far sì che la vostra vita diventi strumento per migliorare il mondo».

La premessa è il radicamento in una esperienza di Chiesa che «non è come un flashmob, in cui ci si dà appuntamento, si realizza una performance e poi ognuno va per la sua strada – spiega Francesco -. La Chiesa porta in sé una lunga tradizione, che si tramanda di generazione in generazione, arricchendosi al tempo stesso dell’esperienza di ogni singolo. Anche la vostra storia trova il suo posto all’interno della storia della Chiesa». Ecco allora che «essere giovani non vuol dire essere disconnessi dal passato. Come Maria, apparteniamo a un popolo e la storia della Chiesa ci insegna che, anche quando essa deve attraversare mari burrascosi, la mano di Dio la guida, le fa superare momenti difficili». La domanda che il Papa rivolge ai giovani 2.0 allora è: «In che modo “salvate” nella vostra memoria gli eventi, le esperienze della vostra vita? Come trattate i fatti e le immagini impressi nei vostri ricordi?». Per Francesco, è necessario «imparare a far sì che i fatti del passato diventino realtà dinamica, sulla quale riflettere e da cui trarre insegnamento e significato per il nostro presente e futuro. Compito arduo ma necessario – continua – è quello di scoprire il filo rosso dell’amore di Dio che collega tutta la nostra esistenza». Avere un passato, osserva ancora il pontefice, «non è la stessa cosa che avere una storia».

In questo ponte lanciato dal passato verso il futuro, tassello fondamentale è l’incontro tra i giovani e gli anziani, «straordinaria fonte di ricchezza». Ai giovani Francesco riconosce la giusta aspirazione a “prendere il volo”: «Portate nel cuore tanti sogni – scrive – ma avete bisogno della saggezza e della visione degli anziani. Mentre aprite le ali al vento, è importante che scopriate le vostre radici e raccogliate il testimone dalle persone che vi hanno preceduto». E ancora: «Voi giovani avete la forza, gli anziani hanno la memoria e la saggezza». Di qui l’invito a rivolgere lo sguardo «agli anziani, ai vostri nonni. Vi diranno cose che appassioneranno la vostra mente e commuoveranno il vostro cuore». Andando controcorrente rispetto a una società che, valorizzando solo il presente, «tende anche a svalutare tutto ciò che si eredita dal passato, come per esempio le istituzioni del matrimonio, della vita consacrata, della missione sacerdotale», che «finiscono per essere viste come prive di significato, come forme superate».

Oggi, è la denuncia di Francesco, «si pensa di vivere meglio in situazioni cosiddette “aperte”, comportandosi nella vita come in un reality show, senza scopo e senza fine». Questi però, evidenzia, «non sono storie reali, sono solo minuti che scorrono davanti a una telecamera, in cui i personaggi vivono alla giornata, senza un progetto». Ai giovani, quindi, ancora un’esortazione: «Non vi lasciate ingannare! Dio è venuto ad allargare gli orizzonti della nostra vita, in tutte le direzioni. Egli ci aiuta a dare il dovuto valore al passato, per progettare meglio un futuro di felicità: ma questo è possibile soltanto se si vivono autentiche esperienze d’amore, che si concretizzano nello scoprire la chiamata del Signore e nell’aderire ad essa. Ed è questa l’unica cosa che ci rende davvero felici».

21 marzo 2017