Francesco ai consacrati: «Svegliate il mondo!»

Alla vigilia dell’apertura dell’Anno indetto dal pontefice, la veglia di preghiera nella basilica di Santa Maria Maggiore, con il video messaggio del Papa impegnato in Turchia. Monsignor Carballo: «Ridestare la speranza»

«Svegliate il mondo! Svegliate il mondo!»: è questa l’invocazione accorata rivolta da Papa Francesco ai consacrati che gremivano in preghiera la basilica di Santa Maria Maggiore sabato 29 novembre, vigilia dell’apertura dell’Anno della vita consacrata da lui indetto. Il Santo Padre, impegnato nel viaggio apostolico in Turchia, ha registrato un videomessaggio per assicurare la sua presenza alla veglia. Un momento di preghiera presieduto dall’arcivescovo francescano José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, alla presenza del cardinale prefetto della medesima Congregazione, João Braz de Aviz, del cardinale Santos Abril y Castellò, arciprete della basilica di Santa Maria Maggiore, e dei membri della Plenaria.

Ai consacrati raccolti in preghiera sotto lo sguardo di Maria Salus Populi Romani, Francesco ha indicato la strada da seguire in questo «tempo forte», fortemente voluto «per celebrare con tutta la Chiesa il dono della vostra vocazione e per ravvivare la vostra missione profetica». In primo luogo, ha invitato il Santo Padre, «mettete Cristo al centro della vostra esistenza, cercate costantemente il suo volto, lasciatevi toccare dalla sua mano, condurre dalla sua voce, sostenere dalla sua grazia» anche se questo «non è facile». Quindi, ha proseguito, «con Cristo, partite sempre dal Vangelo» per tradurlo «in gesti quotidiani segnati dalla semplicità e dalla coerenza». La missione è quanto mai urgente: «Uscite dal vostro nido verso le periferie dell’uomo e della donna di oggi» e «abitate le frontiere», ha ribadito ancora una volta il Pontefice.

Commentando il Vangelo delle nozze di Cana, gli ha fatto eco monsignor Carballo: «Svegliate il mondo e ricordate a quanti dicono la loro fede con volto di funerale, o in perenne Quaresima senza prospettiva di Pasqua, che è possibile recuperare il vino dell’amore, dell’allegria e della vita e vivere la relazione con Dio con volto da risorti». Ma per fare questo, ha avvertito il presule, «i primi a svegliarci dal letargo dobbiamo essere proprio noi consacrati», mettendo da parte un «linguaggio funebre, deprimente per chi parla e per chi ascolta», «lasciandoci coltivare e se necessario potare per portare frutti abbondanti» e portando così «la vita consacrata a ridestare la speranza per il mondo». Senza dimenticare che in questo tempo di Avvento, ha aggiunto monsignor Carballo, siamo chiamati più che mai «ad essere casa aperta per accogliere Gesù che viene» e «la povertà dell’umanità», sull’esempio della Vergine Maria.

Sotto la sua protezione, «modello di ogni discepolo-missionario», come l’ha definita Papa Francesco, è stato posto l’Anno della vita consacrata durante la serata di preghiera. Una veglia, animata anche dal coro dei giovani della Comunità di Taizé, che è stata scandita da diversi momenti simbolici. A partire dalla processione iniziale di 50 consacrati e consacrate recanti lampade in memoria del Concilio Vaticano II, seguita dall’ascolto della Parola di Dio, del magistero della Chiesa e dei fondatori degli istituti apostolici e secolari e delle società di vita apostolica. Quindi, la processione di tre suore indiane che, prima della proclamazione del Vangelo, hanno reso omaggio al testo sacro adornandolo con una ghirlanda di fiori. Infine, grani di incenso sono stati portati in un braciere posto dinanzi all’altare, come simbolo della preghiera di lode e di ringraziamento che si innalza a Dio per il dono della vita consacrata.

1° dicembre 2014