Francesco ad Amatrice: «Vi sono vicino e prego per voi»

Il pontefice è arrivato nella città simbolo del terremoto del 24 agosto questa mattina, 4 ottobre, a bordo di una Golf con i vetri oscurati

Il pontefice è arrivato nella città simbolo del terremoto del 24 agosto questa mattina, 4 ottobre, a bordo di una Golf con i vetri oscurati

Ai giornalisti lo aveva confidato due giorni fa, sull’aereo che lo riportava in Vaticano dopo il viaggio in Georgia e Azerbaijan: aveva parlato della sua volontà di fare una visita privata nei luoghi del centro Italia devastati dal terremoto del 24 agosto, «da solo, come sacerdote, come vescovo, come Papa». Oggi, 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi patrono d’Italia, il Papa è arrivato ad Amatrice, la città simbolo di quel sisma, poco dopo le 9 del mattino, a bordo di una Golf con i vetri oscurati.

«Cari fratelli e sorelle, appena possibile anch’io spero di venire a trovarsi – aveva detto al primo Angelus dopo il terremoto, il 28 agosto -, per portarvi di persona il conforto della fede, l’abbraccio di padre e fratello e il sostegno della speranza cristiana». Una promessa mantenuta, dedicata a un terra ferita e alla sua popolazione devastata. La visita è iniziata dalla scuola provvisoria realizzata dalla Protezione civile del Trentino, dove Francesco ha incontrato oltre 100 alunni, con i loro insegnanti. Ad accompagnarlo, il vescovo di Rieti Domenico Pompili. Quindi il passaggio alla “zona rossa” del paese, chiusa per motivi di sicurezza.

«Vi sono vicino e prego per voi»: queste le parole del Papa nell’incontro con i terremotati, riferite da un tweet de L’Osservatore Romano. È il portavoce vaticano Greg Burke a riferire invece, sempre via Twitter, dell’incontro del pontefice con un uomo che nel sisma ha perso moglie e due figli, al quale Francesco ha rivolto un «saluto particolare». Poi la preghiera silenziosa davanti alle macerie.

A spiegare le ragioni e, soprattutto, i tempi di questa visita, il pontefice stesso. «Ho pensato bene nei primi giorni di questi tanti dolori – ha detto parlando alle vittime del sisma – che la mia visita, forse, era più un ingombro che un aiuto, che un saluto, e non volevo dare fastidio e per questo ho lasciato passare un pochettino di tempo affinché si sistemassero alcune cose, come la scuola. Ma dal primo momento ho sentito che dovevo venire da voi! Semplicemente per dire che vi sono vicino, che vi sono vicino, niente di più, e che prego, prego per voi! Vicinanza e preghiera, questa è la mia offerta a voi». Il commiato poi è quello di un padre: «Che il Signore benedica tutti voi, che la Madonna vi custodisca in questo momento di tristezza e dolore e di prova».

Prima della sosta davanti alle macerie, spazio anche alla preghiera con le tante persone presenti nei pressi della scuola provvisoria. «Andiamo avanti, sempre c’è un futuro – le parole di Francesco -. Ci sono tanti cari che ci hanno lasciato, che sono caduti qui, sotto le macerie. Preghiamo la Madonna per loro, lo facciamo tutti insieme». E dopo l’Ave Maria, l’invito a «guardare sempre avanti: Avanti, coraggio, e aiutarsi gli uni gli altri. Si cammina meglio insieme, da soli non si va. Avanti».

Dopo circa un’ora Papa Francesco ha lasciato Amatrice salutando dal finestrino dell’auto gli sfollati rimasti nella tendopoli Amatrice 1, per recarsi negli altri centri del cratere: Accumoli e Arquata del Tronto. Alla fine del viaggio lungo i luoghi colpiti dal terremoto del 24 agosto, la tappa ad Assisi nel giorno della festa di san Francesco.

4 ottobre 2016