Fra’ Bertie, la fede e il servizio ai poveri

Aperta la fase diocesana della causa di beatificazione del nobile inglese, gran maestro dell’Ordine di Malta per 20 anni

Aperta la fase diocesana della causa di beatificazione del nobile inglese, gran maestro dell’Ordine di Malta per 20 anni

«La difesa della fede» e «il servizio ai poveri». Sono stati questi i capisaldi che hanno guidato l’esistenza di fra’ Andrew Bertie, 78° principe e gran maestro del Sovrano militare ordine ospedaliero di san Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, del quale si è aperta questa mattina, venerdì 20 febbraio, l’inchiesta diocesana per la causa di beatificazione e canonizzazione. La cerimonia si è tenuta in un’affollata basilica di San Giovanni in Laterano, scelta come sede proprio per la maggiore capienza, per consentire ai membri dell’Ordine e non solo, giunti da tantissimi Paesi, di rendere omaggio ancora una volta all’impegno di Fra’ Bertie. Presente il postulatore Vittorio Capuzza.

«Il Servo di Dio, in ragione del bene compiuto nella vita terrena – ha ricordato il cardinale vicario Agostino Vallini, che ha presieduto l’incontro – è una persona di riferimento, un esempio a cui si guarda non solo in Italia ma in diverse nazioni del mondo, in particolare dove è presente l’Ordine. Numerosi sono i fedeli che, da ogni parte, rivolgono a Dio preghiere per ottenere grazie mediante l’intercessione di fra’ Bertie». La fama di santità lo accompagnava già in vita, e dopo la sua morte, avvenuta il 7 febbraio del 2008 a seguito di una malattia, si è ancor più accresciuta. Ma chi era davvero questo religioso?

Andrew Bertie è nato a Londra il 15 maggio del 1929 da una nobile famiglia, imparentata perfino con i Windsor. Ha lavorato come giornalista finanziario, come insegnante di lingue straniere – «conosceva anche il sanscrito, il tibetano e il russo», ha sottolineato il cardinale Vallini – e poi, all’età di 27 anni, è entrato a far parte del Sovrano ordine di Malta, del quale divenne membro a tutti gli effetti nel 1981, con la professione dei voti perpetui. Nel 1988 fu eletto 78° principe e gran maestro, il secondo britannico nella storia a ricoprire l’incarico. «Testimone e promotore di molti cambiamenti all’interno dell’Ordine nel corso del suo magistero – ha rimarcato il porporato -, fra’ Bertie ha portato da 49 a 100 il numero dei rapporti diplomatici bilaterali dell’Ordine e si è prodigato costantemente nell’impegno a favore dei poveri e dei bisognosi, quale espressione di fedeltà ai valori cristiani». La sua attività di gran maestro, infatti, «si concretizzò soprattutto in grandi iniziative sociali – ha proseguito il cardinale vicario – in molti Paesi del mondo: era animato dalla serena convinzione che fosse giunto il tempo di una solidarietà da sviluppare a livello internazionale quale mezzo per contrastare la miseria, la fame e ogni forma di malattia sociale».

In questo suo impegno, speciale attenzione era riservata ai bambini orfani e agli ammalati: fu infatti fra’ Bertie a promuovere i pellegrinaggi dell’Ordine a Lourdes, «spinto anche da una profonda devozione alla Vergine Maria». Il religioso «non alimentò i grandi ideali solo con il loro annuncio – ha precisato ancora il cardinale Vallini – ma ne visse in prima persona l’impegno concreto, incarnandone il loro alto valore nei semplici gesti quotidiani; in tanti lo ricordano a Lourdes mentre accompagnava le barelle o le carrozzine dei malati, oppure intento a servire i poveri nelle mense delle periferie delle città». Carità vera, ha evidenziato in conclusione il porporato, non «opere filantropiche, sempre benemerite, ma manifestazione del suo grado di unione all’Amore di Dio. L’imitazione amorosa di Cristo lo spinse a essere vicino ai poveri come un buon samaritano; ogni atto di bontà, di misericordia, di giustizia, di aiuto da lui attuato nei confronti di singole persone, in particolare di una moltitudine di fanciulli orfani, non è stato un semplice gesto di umana solidarietà ma l’espressione dell’intima amicizia con Dio».

20 febbraio 2015