Forum terzo settore: autonomia, «occasione mancata»

La portavoce Pallucchi interviene dopo il via libera definitivo al ddl. «Divari già profondi tra territori aumenteranno. Si apre la strada a un regionalismo delle disuguaglianze»

«Una storica occasione mancata». La portavoce del Forum terzo settore Vanessa Pallucchi sceglie queste parole per commentare il via libera definitivo al disegno di legge sull’autonomia differenziata. «Dopo oltre venti anni dalla riforma del Titolo V della Costituzione, a cui oggi si vuole dare attuazione, si è iniziato a lavorare per la definizione di alcuni Livelli essenziali di prestazioni (Lep) in modo da garantire stessi servizi e diritti in tutto il Paese, senza però contemplare minimamente ambiti sociali come la povertà, la disabilità, l’emarginazione sociale – rimarca -. Poteva essere l’occasione per realizzare un obiettivo atteso da tempo, per attuare finalmente una maggiore uguaglianza sostanziale e far progredire l’Italia sul piano dei diritti, della coesione e dell’inclusione sociale, ma non è stato considerato».

Intervenendo a nome delle 100 reti nazionali e delle oltre 120mila realtà territoriali di terzo settore che confluiscono nel Forum, Pallucchi rileva che «il testo approvato si concentra sulle procedure per stipulare le intese tra Regioni e governo, mentre rimanda a un futuro indefinito la decisione sulle modalità di finanziamento degli stessi Lep, e non tiene conto della necessità di prevedere adeguati meccanismi perequativi per impedire l’aumento delle disuguaglianze e dei divari territoriali, lasciando così in bilico la concreta realizzazione delle intese differenziate».

Il Terzo settore ogni giorno« intercetta e tocca con mano i bisogni delle persone e gli ostacoli che incontrano nel vedere garantiti dei propri diritti. Proprio per questo – sono ancora le parole della portavoce -, sin dall’inizio dell’iter del provvedimento, proseguito peraltro con scarso coinvolgimento delle parti sociali, ha espresso forti perplessità: alla luce delle criticità evidenziate, temiamo che le disuguaglianze multidimensionali e i divari già profondi tra territori si cristallizzeranno o, peggio ancora, aumenteranno. Piuttosto che un’autonomia differenziata, si apre la strada a un regionalismo delle disuguaglianze».

20 giugno 2024