«Il Fondo Africa per armare la guardia costiera libica»: ricorso dell’Asgi
L’Asgi ricorre al Tar per impugnare il decreto con cui il ministero degli Esteri conferisce 2,5 milioni di euro per la rimessa in efficienza di 4 motovedette
Fin dall’inizio, l’Asgi, ha messo in discussione la legittimità del memorandum Italia-Libia, un atto che non è passato per la ratifica del parlamento. «Lo hanno chiamato memorandum e non accordo per togliergli quella formalità propria di un accordo tra Stati, ma nei fatti si tratta di un atto che ha valenza politica e ha un impatto generalizzato sulla comunità: si parla di diritto d’asilo, di esternalizzazione delle frontiere – continua Crescini -. Doveva passare per la ratifica parlamentare. Ora il parlamento dovrebbe intervenire sollevando un conflitto di attribuzione. Intanto noi portiamo avanti il ricorso in via amministrativa».
Nei giorni scorsi, il prefetto Mario Morcone, capo di Gabinetto del ministero dell’Interno e consigliere del ministro Minniti, è tornato sull’accordo Italia-Libia, in occasione della presentazione a Roma del Rapporto sulla protezione internazionale in Italia. «L’Italia non ha mai rispedito nessuno in Libia. Noi abbiamo solo consentito che la Guardia costiera libica salvasse le persone e le riportasse in Libia, ma lo ha fatto la Guardia costiera libica, non lo hanno fatto le navi italiane» ha detto. Secondo Crescini, in realtà, si tratte renne di «respingimenti delegati. L’Italia non li effettua direttamente, li delega alla Libia fornendo motovedette e materiale militare – spiega – quindi c’è una responsabilità delegata. Questo tipo di respingimenti «delegati, sono stati già dichiarati illegittimi dalla corte europea dei diritti dell’uomo».
10 novembre 2017