Fondazione Bellincampi, al servizio dei più fragili

Progetti socio-sanitari e attività educative nel solco del gesuita. La Casa di Kim, sostenuta anche con i fondi 8xmille, accoglie bambini malati provenienti da Paesi in guerra. Ultimi ospiti dall’Ucraina

Il 5 giugno 1944, all’indomani dell’ingresso degli Alleati a Roma, il gesuita padre Luigi Bellincampi fondò in città il primo di numerosi gruppi scout, con l’intento di accompagnare i giovani nella loro crescita educativa, spirituale, culturale e di trasmettere l’amore per l’ambiente e la natura. Il sacerdote è morto il 23 settembre 1967 ma il suo testamento spirituale viene oggi portato avanti dalla Fondazione Padre Bellincampi. Nata nel giugno 2001, grazie a una donazione della famiglia del sacerdote e per volere di un gruppo di ex scout formatisi alla scuola di “padre Be’”, come lo chiamavano affettuosamente, la Fondazione finanzia numerosi progetti sociosanitari, come il Centro Bellincampi – Casa di Kim, sostenuto anche con i fondi 8xmille, e attività educative. Nello specifico, «si finanziano i campi di associazioni scout Agesci, Cngei, Fse finalizzati alla solidarietà, organizzati in territori esterni alla regione di appartenenza e distanti almeno 300 chilometri dalla sede – spiega Andrea Montanino, presidente della Fondazione il cui nuovo consiglio direttivo si è insediato nell’ottobre 2020 -. L’intento è quello di promuovere lo spirito di servizio dei ragazzi e favorire l’integrazione. Vengono scelti ogni anno cinque progetti, presentati da altrettanti gruppi, ognuno dei quali riceve un contributo di duemila euro. Tra le attività di servizio finanziate c’è quella in un campo profughi in Grecia».

Attualmente si lavora per trovare una struttura da destinare ai gruppi giovanili. «Ci siamo resi conto delle difficoltà incontrate dai ragazzi nel rintracciare luoghi dove poter organizzare delle uscite – prosegue Montanino -. Abbiamo individuato una costruzione a Vallinfreda, piccolo comune di 300 abitanti in provincia di Roma. Dovranno essere effettuati dei lavori ma auspichiamo di inaugurarla nei primi mesi del 2023». Il principale progetto della Fondazione però è il Centro Bellincampi – Casa di Kim. Si tratta di una grande struttura immersa nel verde nel Parco di Bellosguardo, a via di Villa Troili, che la Fondazione ha ottenuto nel 2004 dal Comune di Roma; dopo averla restaurata l’ha affidata in gestione all’Associazione Kim che si occupa dell’accoglienza di bambini gravemente malati provenienti da Paesi in guerra o privi di strutture sanitarie adeguate. La Fondazione, grazie anche ai fondi 8xmille, si interessa invece della manutenzione, delle utenze, dei canoni di locazione.

«Il contributo dell’8xmille è importante per dare stabilità al progetto – evidenzia Montanino -. È inoltre bello sapere che questo servizio è sostenuto anche dalla comunità». L’Associazione Kim, dal nome del protagonista del romanzo di Rudyard Kipling, è nata il 3 aprile 1997 «in seguito a un campo organizzato dall’Agesci in Albania messa in ginocchio dalla guerra civile – racconta il presidente Paolo Cespa, che faceva parte del gruppo scout -. Era il 1993 e con l’operazione “Volo d’aquila” fu, tra l’altro, restaurato l’orfanotrofio di Valona. In quell’occasione ci fu chiesto di portare in Italia un bambino che necessitava di cure urgenti e in tanti si mobilitarono per l’accoglienza. Da qui l’idea di creare un’associazione che si occupasse dell’ospedalizzazione di bambini che vivono in condizioni di disagio economico, specie provenienti da Paesi in guerra».

In questi 25 anni di attività l’Associazione Kim ha accolto 700 piccoli, con le loro mamme, provenienti da 60 Paesi. Si attiva per il ricovero – la maggior parte delle volte all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù -, si occupa degli aspetti burocratici, del viaggio, della documentazione sanitaria, sostiene il nucleo familiare e garantisce l’accoglienza nel Centro Bellincampi – Casa di Kim. Può ospitare, in stanze private, fino a 14 nuclei familiari composti da mamma e figlio. L’ospitalità varia in base alla gravità della patologia, da pochi mesi a un anno o più. «Le segnalazioni dei piccoli pazienti arrivano da più parti – afferma ancora Cespa -. Missionari, medici, militari. Non offriamo solo accoglienza ma tutela della persona nella sua interezza. Mamma e figlio vengono presi in carico per e con amore, in base a principi di fratellanza».

Gli ultimi ospiti provengono dall’Ucraina. «Siamo stati contattati subito dopo lo scoppio della guerra – riferisce il presidente dell’Associazione Kim -. I nostri volontari si sono recati al confine tra Ucraina e Romania e hanno portato in Italia tre mamme e quattro bambini, compreso il nipote di una delle donne rimasto orfano. In questi giorni sono arrivati altri 13 nuclei familiari ospitati attualmente dalla Congregazione delle Suore di Sant’Anna».

Nel centro si alternano decine di volontari che organizzano lezioni di italiano, laboratori di ceramica e cucito, attività ludiche per i bambini. Ci sono giornate particolarmente felici come quelle in cui si festeggia una nuova nascita – tre i bimbi nati nel Centro Bellincampi – Casa di Kim – ma anche quelle molto dolorose. «Piccoli ospiti gravemente malati sono morti qui. È successo raramente – spiega Cespa – ma è una lacerazione dell’anima che non si rimargina». Quando si ha bisogno di un momento di raccoglimento e tranquillità, nel grande giardino c’è la Baita del silenzio, uno spazio di preghiera aperto a tutti, indipendentemente dal credo professato.

13 maggio 2022