Flavio Ronzi confermato alla guida di Croce Rossa Roma
33 anni, volontario da quando ne aveva 15, ha operato anche per la Federazione internazionale. «Il nostro impegno: potenziare la rete territoriale»
33 anni, volontario da quando ne aveva 15, ha operato anche all’estero per la Federazione internazionale. «Il nostro impegno: potenziare la rete territoriale»
Le elezioni tenute domenica 28 febbraio hanno confermato per altri 4 anni alla guida della Croce Rossa di Roma il presidente uscente Flavio Ronzi. 33 anni, volontario di Croce Rossa da quando ne aveva 15, Ronzi ha operato anche all’estero per la Federazione internazionale di Croce Rossa; attualmente è manager presso un ospedale privato romano. Eletti anche i 4 membri del Consiglio direttivo.
«Sento la responsabilità di questa riconferma», ha dichiarato Ronzi, annunciando l’impegno a «potenziare la nostra rete territoriale, per far crescere il piccolo “esercito” dei 7mila volontari che ogni giorno combattono con amore e capacità le nostre battaglie di umanità». Il riferimento del presidente confermato alla guida di Croce Rossa romana è alle persone senza dimora o alle famiglie in difficoltà assistite ogni giorno, «fenomeno che riguarda anche sempre più italiani», che «hanno bisogno di sforzi coordinati e congiunti, così come è necessario rafforzare la collaborazione con altre realtà associative per creare una rete di protezione per chi può cadere».
Cita l’impegno nell’accoglienza dei migranti, il presidente Ronzi, per confermare che «una rete di solidarietà forte funziona». Croce Rossa a Roma, continua, «significa stare a fianco dei cittadini e a fianco delle istituzioni nell’affrontare i bisogni di chi spesso vive situazioni di marginalità, di solitudine, di disagio. Sentiamo forte la responsabilità di essere pronti e attrezzati per fare la nostra parte negli eventi più importanti della città, dal Giubileo alle emergenze, all’assistenza sanitaria». Il filo conduttore è l’udea della soldiarietà come «una delle basi per una politica che renda protagonisti gli ultimi. Le povertà, il disagio sociale, la solitudine, l’immigrazione, i giovani, non sono un problema da affrontare ma attori di un cambiamento positivo delle politiche sociali e delle scelte economiche. Vivere il sociale dalla parte dei “dimenticati” – le parole di Ronzi – può e deve essere perno di buone politiche anche economiche».
Da ultimo, un riferimento al “sogno” delle Olimpiadi. «Se vogliamo sognare le Olimpiadi a Roma – sostiene -, dobbiamo saper sognare anche di dare un tetto a chi vive per strada, a chi ha perso il lavoro, a chi cerca cittadinanza. Se vogliamo, significa sognare anche Olimpiadi della solidarietà. Penso che il futuro di Roma sia nel renderla una Capitale europea che non lasci nessuno solo, che non lasci nessuno ai margini. E, in questo, Croce Rossa è pronta a continuare a dare il suo contributo».
2 marzo 2016