Fism: «Anche alle paritarie dell’infanzia mancano migliaia di maestre»

L’allarme della Federazione a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico. Il presidente Redaelli: «al lavoro per risolvere i problemi del reclutamento»

A pochi giorni dal primo suono della campanella molti bambini rischiano di ritrovarsi senza insegnante al rientro in aula. È l’allarme lanciato dalla Fism (Federazione Italiana Scuole Materne), alla quale fanno riferimento 9mila realtà educative non profit frequentate da circa 500mila bambini e dove lavorano oltre 40mila persone. «Le scuole paritarie dell’infanzia, come quelle statali, devono fare i conti con la carenza di docenti – spiega una nota -. I dati precisi sono in elaborazione, ma, sul territorio nazionale mancherebbero al momento alcune migliaia di educatrici e insegnanti». L’esempio «eclatante» per la Federazione è quello diffuso dalla provincia di Padova «dove le materne paritarie sono circa duecento con diciottomila bambine e bambini e sono 150 le maestre da trovare sulle 900 in organico».

Per la Fism sono due le cause di questa «pesante situazione». In primo luogo, prosegue nella nota il presidente nazionale della Federazione Giampiero Redaelli, «il passaggio alle scuole statali – dove le condizioni contrattuali sono migliori – di tante maestre che sino allo scorso anno lavoravano nelle paritarie e da esse hanno goduto di una buona formazione; poi l’insufficiente numero di laureate e laureati dovuto al numero chiuso di non poche università». La Fism è già al lavoro per sanare la situazione. «Il primo è un obiettivo che potremmo raggiungere con maggiori contributi – aggiunge Radaelli – che però stentano ancora ad arrivare, mentre fatichiamo già a sostenere i costi di gestione per gli aumenti che toccano tutti e tutto, e per il calo demografico che comporta sempre più meno iscrizioni di bambine e bambini, o addirittura la chiusura delle scuole, in tanti posti unici presidi educativi e sociali. Il secondo obiettivo, invece, prendendo atto di quanto sta facendo il Ministero per sbloccare le procedure per il reclutamento ferme da anni e con nuovi bandi per saturare le attuali piante organiche, vogliamo raggiungerlo attraverso concrete proposte di convenzionamento. Convenzioni con il sistema universitario statale o pubblico ma offerto da soggetti privati, e convenzioni con il sistema universitario pontificio dalla consolidata tradizione di studi pedagogici e con quello unionale, purtroppo sottoposti a lacci e laccioli sull’equipollenza dei titoli di studio».

Stefano Giordano, già presidente nazionale della Fism, oggi responsabile per le questioni giuridiche e direttore della rivista della federazione “Prima i bambini”, ricorda che si tratta «di convenzioni che sottendono una proposta culturale e un progetto operativo finalizzati a mettere a sistema la forza di migliaia di scuole che hanno voglia di mettersi in gioco per rilanciare davvero la sfida educativa. Nella consapevolezza sempre maggiore di non poter restare fermi e silenziosi a vedere inapplicata quella sussidiarietà educativa che per più di un secolo ha trasformato la nostra società ed ha assolto non profit funzioni pubbliche al servizio dei più piccoli senza attendere che ci pensasse lo Stato».

29 agosto 2023