Fisco, le Acli: scegliere nel 730 la destinazione del prelievo fiscale
Il presidente Rossini: «Da riscrivere il patto tra cittadino e Stato». L’obiettivo: dare effettiva rappresentanza e testare ogni anno le priorità
Il presidente Rossini: «È da riscrivere il patto tra cittadino e Stato». Duplice l’obiettivo: dare effettiva rappresentanza e testare ogni anno le priorità avvertite
«Se il cittadino non comprende le motivazioni di un carico fiscale così forte, può diventare difficile da parte sua il rispetto del patto fiscale con lo Stato». Lo ha spiegato il presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini, in occasione del convegno “Votare con il 730” che si è svolto ieri, 6 aprile, nella sede dell’associazione. Proprio per questo, ha continuato, «questo patto fiscale tra cittadino e Stato, tra cittadino e Repubblica, oggi va riscritto». A dimostrarlo, i livelli di evasione ed elusione fiscale «molto alti». Di qui la proposta maturata dalle Acli, presentata dal presidente: riqualificare la spesa pubblica attraverso la compilazione del modello 730. «Lo Stato – le parole di Rossini – potrebbe concederci l’opportunità di scegliere dove destinare il prelievo fiscale. Basterebbe che nel modello 730 ci fosse, tra i tanti riquadri, uno dove poter scegliere tra una serie di macro-categorie. Ad esempio: contrasto alla povertà, istruzione, sanità, difesa dell’ambiente, difesa militare, pari opportunità, miglioramento anti-sismico, infrastrutture, ricerca scientifica e quant’altro». In questo modo, «potremmo dare effettiva rappresentanza ai cittadini, con una scelta diretta» e «testare ogni anno le priorità avvertite, facilitando il raccordo tra la politica e la base della politica».
Presentato anche, nel corso del convegno, il rapporto “Le Cinque Italie”, realizzato dall’Istituto di ricerche educative e formative (Iref) delle Acli su open data. «Con questo studio – ha dichiarato Paola Vacchina, consigliere di presidenza con delega all’Ufficio Studi – abbiamo indagato in ogni provincia due dinamiche principali: una di carattere economico e una di carattere sociale. Nel primo caso abbiamo analizzato la dinamica stasi-sviluppo, nel secondo quella relativa a inclusione/esclusione». Quello che emerge è il quadro di un Paese diviso in cinque aree: quella dei poli dinamici; quella delle comunità prospere; quella dei territori industriosi; infine una doppia area, che comprende due Meridioni.
7 aprile 2017