Fisc, in Sicilia il XXIV seminario di aggiornamento “Mons. Alfio Inserra”

Tre giornate dedicate all’impegno di raccontare il territorio. L’hashtag #nopianoposte per dire no alla consegna a giorni alterni

Tre giornate dedicate all’impegno di raccontare il territorio. L’hashtag #nopianoposte per dire no alla consegna a giorni alterni. L’impegno a sdoganare le “buone notizie”

Settembre: per chi opera nei settimanali cattolici, questo mese di fine estate si accompagna all’esperienza del seminario di aggiornamento professionale pensato da monsignor Alfio Inserra, e a lui dedicato dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 2011. Tre giorni d’incontri (17-19 settembre) ricchi di spunti, che permettono a chi proviene dalle altre regioni d’Italia di apprezzare scorci di Sicilia spesso sconosciuti, oltre alla proverbiale accoglienza del popolo isolano. Anche l’edizione 2015 – ospitata dalla diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, guidata dall’arcivescovo Calogero La Piana – ha rivelato una piena adesione ai desideri del suo fondatore.

Raccontare il territorio.
Sul solco del convegno nazionale Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) tenutosi ad aprile a L’Aquila, il XXIV seminario di aggiornamento professionale – organizzato dalla delegazione siciliana della Fisc, guidata da Giuseppe Vecchio, in collaborazione con il periodico della diocesi messinese “La Scintilla” diretto da monsignor Giò Tavilla, l’Ucsi Sicilia e l’Ordine dei giornalisti, che lo ha accreditato per la formazione professionale – ha affrontato il tema “Raccontare il territorio”. I periodici cattolici lo fanno da sempre in prima persona, perché vivono a stretto contatto con le comunità locali e possono «dare voce alle storie che altrimenti non diventerebbero notizia», per usare un’espressione del presidente nazionale Fisc, Francesco Zanotti. La riduzione dei contributi all’editoria e l’iniziativa di Poste italiane che dal 1° ottobre intende consegnare la corrispondenza a giorni alterni nei piccoli Comuni pongono, però, seriamente a rischio la sopravvivenza dei giornali del territorio. Per dire no al piano delle Poste la Federazione dei settimanali ha anche lanciato un hashtag #nopianoposte. Un’altra questione spinosa riguarda la necessità di adeguarsi alle nuove tecnologie e integrare l’informazione cartacea con quella on line e con un utilizzo virtuoso dei social network: lo hanno ricordato nei loro interventi il direttore editoriale de “La Gazzetta del Sud” Lino Morgante, il docente dell’Università di Messina Francesco Pira e monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Commissione episcopale per le comunicazioni sociali della Cei, che ha spiegato come la Chiesa italiana sta utilizzando le nuove tecnologie in vista dell’ormai prossimo Convegno ecclesiale nazionale (Firenze, 9-13 novembre 2015).

Non spegnere i riflettori. Rifacendosi all’esortazione di Papa Francesco a dirigersi verso le periferie esistenziali, il seminario Fisc ha voluto raccontare il territorio partendo dall’uomo che lo abita, e spesso purtroppo lo deturpa. Da qui la toccante testimonianza di don Vincenzo D’Arrigo, vicario foraneo e parroco di Scaletta Zanclea (Messina), che ha descritto la tragica alluvione del 2009 e le continue difficoltà che ancora oggi la sua comunità si trova ad affrontare (nei suoi confronti, i delegati Fisc hanno redatto un documento di solidarietà e preso un impegno a non spegnere i riflettori sulla vicenda). Di grande attualità, quindi, l’esortazione di Mario Barbarisi, consigliere nazionale Fisc e incaricato da Greenaccord alla trattazione dell’enciclica “Laudato si’”, a “informare in maniera più approfondita i lettori sui temi ambientali”. La tutela del creato, “Casa comune” di tutti noi, può essere un esempio di quelle “buone notizie” di cui tanto si è parlato nel corso del seminario: il direttore della Tgr Rai Vincenzo Morgante ha chiesto di “sdoganarle”, così come il consulente ecclesiastico dell’Ucsi Sicilia, don Paolo Buttiglieri, che ha richiamato la missione della Chiesa di comunicare, appunto, la “buona novella”.

No alla disinformazione. Gisella Cicciò, consigliera dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, si è soffermata sull’importanza di «fare corretta informazione» in occasione di disastri come quello di Scaletta, «verificando con estrema attenzione le fonti». Richiami deontologici che risultano di stringente attualità se pensiamo ai migranti che bussano alle nostre porte, su cui si sono soffermati monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, e il fotoreporter della Reuters Antonio Parrinello, che hanno messo in guardia dai pericoli della disinformazione, da cui deriva a cascata la distorta percezione del fenomeno migratorio da parte dei cittadini. I giornali locali – che per Santi Di Bella, ricercatore presso l’Università degli studi di Palermo, «contribuiscono a tenere viva la memoria collettiva delle comunità» – possono davvero fare la differenza, purché «rendano acuto lo sguardo sulle mille storie delle proprie città», come ha raccomandato il caporedattore del quotidiano “La Sicilia” Giuseppe Di Fazio. Un auspicio ancor più sentito per i settimanali cattolici, che ambiscono a «diventare soggetti attivi di partecipazione e luoghi di autoidentificazione delle proprie comunità», secondo il pensiero di don Giorgio Zucchelli, direttore del settimanale “Nuovo Torrazzo” (Crema). (Graziella Nicolosi)

21 settembre 2015