Firma per l’8xmille, «segno di appartenenza»

Il vicegerente della diocesi di Roma Baldo Reina sottolinea il valore della scelta con cui si esprime «anche la volontà di partecipare alle tante criticità del nostro tempo»

La firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica come «segno di appartenenza». Lo sottolinea il vescovo Baldo Reina, vicegerente della diocesi di Roma, nell’intervista che pubblichiamo in vista della scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi e quindi della scelta per la destinazione dell’8xmille Irpef. Il 730 precompilato deve essere inviato entro il 2 ottobre 2023, mentre per il modello Redditi (e per il modello Redditi correttivo del 730) c’è tempo fino al 30 novembre 2023.

Eccellenza, qual è il valore della firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica?
Penso che sia espressione di un forte senso di appartenenza. I cristiani che vivono sul territorio nazionale si sentono legati all’ambiente ecclesiale, intendono partecipare attraverso una quota del gettito delle loro tasse ai progetti della Chiesa italiana e lo fanno concretamente apponendo la loro firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica. Esprimono anche la volontà di partecipare alle tante criticità del nostro tempo.

Quali grandi categorie di progetti e attività sostiene la diocesi di Roma attraverso i fondi dell’8xmille?
I fondi dell’8xmille sono ripartiti in due grandi destinazioni: quella per il culto e la pastorale, da una parte, e quella per la carità, dall’altra. Per il primo ambito sosteniamo le parrocchie e le attività pastorali diocesane. Quanto al secondo ambito, vorrei sottolineare in particolare i progetti della Caritas diocesana, che i romani conoscono bene perché la Caritas a Roma riesce a stare accanto a moltissime povertà, dall’accoglienza dei senza dimora all’attività delle mense, da quella dei doposcuola – un impegno, quello della povertà educativa, su cui stiamo investendo molto – alla realtà del carcere. C’è una ricchezza notevole.

Quale impegno porta avanti il Servizio diocesano del Sovvenire per sensibilizzare la comunità cristiana su questo tema?
L’obiettivo è di sensibilizzare le nostre comunità attraverso una presenza capillare nelle parrocchie e la promozione di alcuni progetti che poi vengono presentati ufficialmente alla comunità diocesana verso la fine dell’anno pastorale. Quest’opera di sensibilizzazione, che passa tramite diversi canali, compresa la comunicazione, è molto importante perché purtroppo anche tra gli stessi cristiani il tema spesso viene trascurato.

Le opere di carità sostenute da questi fondi vedono spesso il coinvolgimento di numerosi volontari. Cosa rappresentano per la Chiesa e per la società italiana?
I volontari rappresentano una grandissima risorsa. Ci rendiamo conto nelle nostre parrocchie di quanto siano importanti e vitali i volontari. Penso che sia anche un canale di evangelizzazione: molte persone si avvicinano ai nostri ambienti perché sono consapevoli dello stile di gratuità di tanti volontari, che si impegnano senza pensare a un profitto, a una visibilità. C’è una bellissima risposta da parte di tanta gente, e anche nel mondo laico c’è una crescente attenzione al Terzo settore.

26 settembre 2023