Finalmente liberi i pescatori di Mazara del Vallo

I 18 marittimi sequestrati in Libia per oltre 100 giorni. Il premier Conte: «Buon rientro a casa». La Cei: «Una bella notizia e un messaggio di speranza per il Natale»

L’annuncio è arrivato ieri, 17 dicembre, via Facebook dal ministro degli Esteri Lugi Di Maio: «I nostri pescatori sono liberi. Fra poche ore potranno riabbracciare le proprie famiglie e i propri cari». Nelle parole del ministro, la gratitudine all’Aise – «la nostra intelligence esterna»  – e a tutto il corpo diplomatico, che «hanno lavorato per riportarli a casa. Un abbraccio a tutta la comunità di Mazara del Vallo – prosegue -. Il governo continua a sostenere con fermezza il processo di stabilizzazione della Libia. È ciò che io e il presidente Giuseppe Conte abbiamo ribadito oggi stesso ad Haftar, durante il nostro colloquio a Bengasi. Viva l’Italia».

Anche dal premier Conte, su Twitter, gli auguri di un «Buon rientro a casa», con allegata la foto dei pescatori italiani liberati in Libia. Una prigionia, la loro, durata 108 giorni. Gli equipaggi di due pescherecci italiani di Mazara del Vallo erano trattenuti a Bengasi, roccaforte del generale Khalifa el-Haftar, dall’inizio di settembre: 18 persone, tra cui 8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi. Il loro rientro a Mazara è previsto per la giornata di domenica 20 dicembre. «Una bella notizia e un messaggio di speranza per il Natale che ci apprestiamo a vivere», lo definiscono in una nota dall’Apostolato del mare della Conferenza episcopale italiana. «Dopo molte settimane di sofferenza e di preghiera – si legge nel testo -, si è giunti al felice esito di una vicenda che ha coinvolto le famiglie e l’intera comunità di Mazara».

Una bella notizia che è al contempo un «monito a tenere alta l’attenzione sulle condizioni precarie e difficili cui sono sottoposti spesso i lavoratori del mare, senza i quali – come ha avuto modo di ricordare Papa Francesco nell’intenzione di preghiera del mese di agosto – “in molte zone del mondo si soffrirebbe la fame”», affermano ancora dall’organismo Cei. «Gioia» dunque per la liberazione dei pescatori, evidenziando la necessità di farsi prossima, da parte della Chiesa che è in Italia, «a questa periferia geografica ed esistenziale, ricordando anche l’urgenza di tutelare il lavoro della pesca che è motivo di vita per molte famiglie del nostro Paese».

Parla di un «incubo finito» il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero. «Aspettiamo di trascorrere queste ore di attesa per riabbracciarli. Questo è il più bel regalo di Natale per le famiglie. La gioia è tutta loro ma è anche nostra», commenta, rivolgendo parole di gratitudine «all’Unità di crisi, al governo tutto per l’impegno lungo e faticoso per superare mille difficoltà e giungere alla bella notizia». E «grande soddisfazione» c’è anche nelle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il capo dello Stato, si legge in una nota diffusa dal Quirinale, «ha appreso con grande soddisfazione dal presidente del Consiglio la notizia della liberazione dei nostri pescatori trattenuti in Libia ed esprime apprezzamento nei confronti del ministero degli Esteri e dei nostri Servizi di informazione e sicurezza per l’impegno profuso per conseguire questo esito positivo».

18 dicembre 2020