Film, proposte per la Quaresima

Forse le sale  cinematografiche a breve riapriranno ma l’incontro tra religione e cinema/tv è più che mai vivo e attuale. Lo è la sua presenza, ma ancora di più la sua assenza

In molte chiese di Roma ci sono immagini affidate alla tela che hanno acquistato nel tempo una crescente capacità di suggestione. Quando il 28 dicembre 1895 è stato proiettato il primo spettacolo in movimento (appunto, il cinema) si è potuto convenire che aveva preso il via una nuova fase delle vicende creative umane: immagini che non tanto raccontavano cose nuove ma le rileggevano di fronte alle novità nel frattempo intervenute. Così pittura e cinema sono andate a poco a poco sovrapponendosi, e oggi il grande schermo dice in altre forme quello che i dipinti avevano detto in precedenza. Parlare di cinema e Quaresima non vuol dire solo mettersi in relazione con il cammino che ci porta verso la Pasqua ma significa anche cercare di entrare meglio nello stato della  comunicazione, dove oggi sono saltati tutti gli schemi della “normalità”, sostituiti da una dimensione frammentaria e spesso disordinata.

Il cinema di argomento religioso aveva cominciato il XX secolo all’insegna delle varie Passioni realizzate nel cinema muto dai Lumiere in Francia, dal Christus di Giulio Antamoro in Italia, dai primi kolossal a Hollywood negli anni Venti: meccanismi produttivi fatti più per stupire che per convincere. Poi, all’indomani di una guerra tragica che sembrava senza fine, il cinema è ripartito da zero e ha cominciato a rileggere la contemporaneità alla luce di condizioni mutate di rinascita e di prospettive. Facciamo per l’Italia i nomi di Pasolini e Olmi; e per gli Stati Uniti di Jesus Christ Superstar. Abbiamo così segnato la profonda differenza che ha diviso e tuttora divide l’Europa dagli Stati Uniti: perché negli Usa il cinema è andato inclinando sempre più verso il frastuono degli effetti speciali mentre da noi prevalevano meccanismi brillanti, commedia leggera, storie minimaliste.

Così l’incontro tra cinema e televisione è passato da La Passione di Cristo di Mel Gibson (2004) a storia di forte “povertà” quali Io sono con te di Guido Chiesa (2010) e Su Re di Giovanni Columbu (2013). E insieme si è allargato l’orizzonte del cinema religioso, ossia di quel cinema che parla della vita umana, quella di uomini e donne che fanno ogni giorno i conti con le piaghe del presente, lottano con problemi e difficoltà ma non rinunciano a guardare in fondo al tunnel la luce della speranza.

Vengono da citare due bei film inglesi, Sorry we missed you di Ken Loach (2020) e La sfida delle mogli di Peter Cattaneo (2020), e due italiani, Il Sindaco del Rione Sanità di Mario Martone (2019) e Cosa sarà di Francesco Bruni (2020). In questo nostro tormentato presente cinema e televisione cercano una difficile ma non impossibile convivenza. Forse le sale  cinematografiche a breve riapriranno ma possiamo dire con sufficiente certezza che l’incontro tra religione e cinema/tv è più che mai vivo e attuale. Lo è la sua presenza, ma ancora di più la sua assenza.

8 marzo 2021