“Fili di speranza” per le ragazze del Camerun

All’EcoCharity Garden la sfilata di moda eco-solidale al termine del corso di sartoria sociale che ha coinvolto 20 giovani africane. Il corso in parallelo anche a Roma

I sorrisi di suor Claudine, Elizabeth, Ester e Nadia sono arrivati da lontano ma hanno riempito la sala. È stato infatti per mezzo di un collegamento via Skype che dal nord del Camerun – dal villaggio di Ngaoundaul – alcune delle allieve e delle responsabili del progetto “Fili di speranza” hanno potuto esprimere il loro “grazie” per il corso di sartoria sociale che ha coinvolto 20 ragazze africane, dando loro l’opportunità di apprendere un lavoro. L’occasione: la sfilata di moda eco-solidale organizzata sabato pomeriggio, 14 settembre, da Terra e Missione con la Fondazione Thouret, organismo che si ispira alla tradizione missionaria delle Suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret, nell’EcoCharity Garden di via della Greca 11, sede della Casa generalizia dell’ordine religioso.

Il momento finale del progetto di solidarietà – realizzato anche grazie al coinvolgimento della Confraternita Santa Maria del Rosario di Ladispoli, del Ciofs Fp Lazio e della Caritas Porto-Santa Rufina – ha visto sfilare nella speciale passerella a due passi dall’Aventino le corsiste che da novembre a giugno hanno seguito parallelamente il corso di sartoria qui a Roma, arrivando a realizzare ciascuna una gonna retta, indossata in abbinamento a una casacca cucita invece in Camerun utilizzando i tessuti dagli inconfondibili caldi colori africani e con forme geometriche e disegni astratti di particolare valore simbolico per la tribù locale dei Bamiléké.

«Sono piena di gratitudine e fiera del lavoro che abbiamo fatto, dopo aver visto i nostri vestiti sfilare – ha detto Nadia, una delle allieve africane, nel corso del collegamento che ha seguito la sfilata -. Sono orgogliosa di me stessa come lo sono le mie compagne che ora non sono qui perché abitano nei villaggi più lontani». Della gioia delle ragazze camerunensi – molte delle quali al termine del percorso hanno potuto ricevere in regalo una macchina da cucito per continuare in questo lavoro – ha riferito anche suor Claudine, che opera nella missione di Ngaoundaul. «Quasi tutte le ragazze qui, per la maggior parte musulmane, hanno difficoltà a essere autonome perché già dai 10-12 anni vengono avviate dalla famiglia al matrimonio – ha spiegato -. Per questo sono molto felici di questa iniziativa che ha permesso loro di imparare una professione e che “ha fatto rumore” anche nei villaggi vicini». L’auspicio di Elizabeth, una delle insegnanti della scuola di Ngaoundaul, è che «questo progetto possa continuare per coinvolgere un numero ancora maggiore di ragazze»; dello stesso parere suor Cecile, missionaria delle Suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret, che ha inoltre espresso gratitudine per «quanti hanno reso possibile l’iniziativa» e per «avere potuto seguire la sfilata anche da lontano».

Da parte sua, suor Isabella Ayme, consigliera amministratrice della Fondazione Thouret – che alla fine del corso ha visitato il centro di promozione di Ngaoundaul -, ha sottolinato l’importanza di «progetti come questo» e di realtà «di formazione come i foyer residenziali che attiviamo nella nostre missioni per l’educazione delle studentesse quali luoghi sereni e sicuri per la loro emancipazione». Al cuore del proprio carisma, infatti, le Suore della Carità hanno «l’educazione dei giovani, opera con cui la nostra fondatrice ha iniziato», sono ancora le parole di suor Ayme, ma la Fondazione Thouret, che oggi è presente in oltre 30 Paesi in 4 continenti, accanto «ai progetti educativi formali e informali» opera anche «in ambito sanitario con strutture ambulatoriali, ospedali e 2 centri di sanità» oltre che con un particolare «progetto di assistenza domiciliare per i malati oncologici in Albania».

16 settembre 2024