“Fieldworker”, la voce di Crosby e Nash accanto agli sfruttati

La canzone del 1975 dedicata ai lavoratori dell’agricoltura sottopagati e umiliati

Un migrante senegalese ha peso la vita giorni fa nel nuovo campo di accoglienza allestito a San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, dove erano stati trasferiti parte dei lavoratori che vivevano nella baraccopoli smantellata nelle settimane precedenti. È la quarta vittima in un anno in quel pezzo di territorio, aveva appena 32 anni. Il nuovo allestimento presenta rischi per la sicurezza, e accoglie 850 migranti, quasi il doppio di quelli consentiti. E sono circa 400 coloro che si sarebbero allontanati autonomamente trovando accampamenti di fortuna. Continua la loro precaria esistenza di lavoratori impiegati nella raccolta di agrumi o di cipolle, solo per fare due esempi; sfruttati, senza diritti, sottopagati (anche 3 euro all’ora o 50 centesimi a cassetta di arance). Situazione “fotografata” nei mesi scorsi anche da una missione delle Nazioni Unite in Italia.

Vite come quelle dei “Fieldworker” raccontati nella canzone di David Crosby e Graham Nash inserita nell’album “Wind on the water” del 1975, il secondo lavoro dei due musicisti e cantautori già noti per il sodalizio di successo nato qualche anno prima con Stephen Stills e Neil Young.

«Trattami come un essere umano, è tutto quello che ho da dire / L’uomo per cui sto lavorando non mi lascerà andare / Ho attraversato il confine proprio per lavorare per voi / Vi dò tutto quello che devo dare, cosa posso fare di più?». È una richiesta di aiuto, di quelle che possiamo immaginare siano rivolte da chi è violato nella sua dignità ed è costretto a una situazione che sembra senza via di uscita. Emigrato, tra mille difficoltà, a rischio della vita, e finito nell’incubo dello sfruttamento.

«Scavando nei vostri campi, raccogliendo il vostro cibo… Vengo nel vostro Paese per lavorare la terra / Guardando i semi come muoiono nella sabbia / Combattendo per la vostra libertà con una zappa in mano», cantano Crosby e Nash. Versi che fanno riflettere e chiamano alla responsabilità.

2 aprile 2019