Festa dell’Europa: «La pace diventi meno fragile»

L’auspicio del cardinale Hollerich, presidente della Comece, nel messaggio in occasione della Giornata del 9 maggio, in ricordo della Dichiarazione Schuman. Al centro, la guerra in Ucraina

«La pace in Europa e nel mondo diventi meno fragile e l’uso delle armi meno frequente». È l’auspicio del cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), nel messaggio diffuso ieri, 9 maggio, da Bruxelles, in occasione della Festa dell’Europa, nell’anniversario della Dichiarazione Schuman, che «ha aperto la strada a una riconciliazione duratura tra Francia e Germania e le porte al processo di unificazione europea». Al centro, la guerra in Ucraina.

Per il presidente dei vescovi europei, «il 9 maggio 2022 è un anniversario speciale anche perché in Europa è di nuovo in corso la guerra. Ha già causato troppe vittime e distruzione. Dall’inizio dell’aggressione dell’Ucraina da parte delle forze russe il 24 febbraio abbiamo pregato e sperato per la pace – ricorda -. L’Ue e i suoi Stati membri hanno offerto sostegno umanitario, finanziario e militare all’Ucraina. Come forse mai dalla firma del Trattato che istituisce la comunità europea della difesa, settant’anni fa, la leadership politica sta pensando e discutendo una cooperazione significativamente più stretta in materia di difesa e sicurezza», osserva ancora il cardinale. Questa, riflette, «è già da molto tempo una priorità per una forte maggioranza di cittadini e speriamo sinceramente che la pace in Europa e nel mondo diventi meno fragile e l’uso delle armi meno frequente attraverso queste discussioni e i successivi accordi».

Nel messaggio di Hollerich trova spazio anche la richiesta di alcuni Paesi dell’Est europeo e della regione dei Balcani di entrare nell’Unione europea. L’Ucraina, anzitutto, il cui governo ha presentato domanda di adesione il 28 febbraio scorso. «Questa richiesta merita una risposta positiva e realistica – le parole del porporato -. L’Ucraina, ma anche la Moldova, la Georgia e tutti gli altri Paesi europei, in particolare nella regione dei Balcani occidentali, che hanno avanzato la stessa richiesta in passato e hanno intrapreso importanti riforme, necessitano di una prospettiva di adesione credibile». Il cardinale evidenzia che «il processo di unificazione europea potrebbe non essere mai completato a causa delle dinamiche in continua evoluzione della società umana». Ricorda quindi «l’ispirazione di Robert Schuman e altri quando hanno avviato il processo e lo hanno fatto sulla base di valori condivisi come la libertà e il rispetto della dignità di ogni persona e i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, la solidarietà e la sussidiarietà», vale a dire «preservare la pace e la sicurezza, raggiungere la crescita sostenibile e la prosperità esercitando insieme parti della sovranità nazionale». Oggi, afferma, «possiamo vivere in un mondo in cui fedeltà a questa ispirazione e a questi valori significa ancora una volta prevedere un cambiamento per l’Unione europea».

Il presidente della Comece ricorda infine che il 9 maggio 2022 è un anniversario speciale perché è anche l’occasione per una cerimonia eccezionale a Strasburgo, in cui le proposte della Conferenza sul futuro dell’Europa saranno trasmesse ai presidenti delle istituzioni europee. Quarantanove proposte, ciascuna concretizzata in una serie di idee e suggerimenti specifici, sono state adottate per consenso il 30 aprile dalla Plenaria della Conferenza sul futuro dell’Europa. «È il risultato di un audace esperimento di partecipazione dei cittadini al di là dei confini culturali, linguistici e politici e speriamo che l’esperimento continui – l’augurio -. Come Chiesa siamo pronti a svolgere un ruolo ancora più attivo in essa».

10 maggio 2022